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Pensioni. Furlan: “Troppi giovani senza lavoro. Flessibilità in uscita è necessaria”

Pubblicato il 11 Set, 2015

Roma, 11 settembre 2015- “Dopo tanti anni di dati negativi finalmente qualche segnale positivo si vede sia sul fronte del Pil, dei consumi e soprattutto dei contratti a tempo indeterminato. Ma tutto questo non basta. Abbiamo ancora 3 milioni di disoccupati nel nostro Paese. E visto che abbiamo perso 25 punti di produzione industriale, con il trend di crescita attuale ci vorranno almeno 20 anni per recuperare i dati pre-crisi”. Lo ha detto la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, nel corso della trasmissione di La7, l’ “Aria d’estate”. Furlan ha parlato anche di pensioni sostenendo che “è necessario cambiare la riforma Fornero perchè a 67 non si può continuare a lavorare su impalcature e gru, nè un insegnante a quell’età è in grado di occuparsi a scuola di 30 bambini. Dall’altra parte abbiamo il 40% dei giovani che non trovano lavoro e quindi è necessaria una flessibilità in uscita. Non possiamo costringere i lavoratori a lavorare fino a tarda età e non dare una risposta ai giovani disoccupati. Tra l’altro anche le associazioni di impresa chiedono di modificare la riforma perchè hanno bisogno di giovani professionalità nelle aziende. Siccome la legge Fornero ci ha fatto risparmiare tanti miliardi vorrà dire che una parte di questi soldi si useranno per trovare una soluzione sostenibile di flessibilità in uscita”. Sul tema dell’ evasione fiscale, il leader della Cisl ha ribadito che “l’evasione fiscale e contributiva, soprattutto dell’Iva, continua ad essere un problema esteso e drammatico per il Paese, con cifre di evasione che superano i 150 miliardi all’anno. Va trovata una soluzione. Noi abbiamo proposto una formula molto semplice: il contrasto d’interesse che ha funzionato molto bene nell’ edilizia e nel settore delle costruzioni esattamente come hanno fatto con successo negli Stati Uniti America. Permettere insomma ai cittadini di scaricare una parte delle fatture per beni e servizi in modo da far emergerre il reale fatturato ed il volume d’affari. E’ poi insopportabile il livello della tassazione locale: in questi anni di crisi le tasse locali sono cresciute di oltre il 200 %. La spending review deve servire a questo: ridurre le tasse locali, eliminare gli sprechi, tagliando e riformando le società municipalizzate che non danno i servizi di qualità ai cittadini”. Ufficio Stampa Cisl

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