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Ponte stretto. Sbarra (Cisl): “E’ ‘spin’ ingannevole, priorità reti e fiscalità sviluppo”

Pubblicato il 12 Nov, 2015

12 novembre 2015. “L’idea che sta emergendo negli ultimi giorni nel dibattito pubblico è che la politica infrastrutturale italiana si esaurisca nel tormentone del Ponte sullo Stretto di Messina. Qualcosa di molto simile ad una pubblicità ingannevole. Uno ‘spin’ che stride con le priorità infrastrutturali di un Paese e di un Mezzogiorno dove ancora mancano o vanno riqualificate reti stradali, autostradali, ferroviarie, portuali. Un Paese in cui la banda larga, per non parlare di quella ultra-larga, resta un lusso per pochi e dove acquedotti , reti energetiche e di telecomunicazioni ,strategie di manutenzione e messa in sicurezza del territorio faticano a prendere forma”. Lo afferma in una nota Luigi Sbarra, Segretario Confederale della Cisl con delega alle Infrastrutture. “La Cisl – continua Sbarra – chiede un cambio di passo. Focalizzarci solo sulle grandi opere ha portato a dannosi rallentamenti: in 14 anni di Legge obiettivo sono stati stanziati 285 miliardi di euro e impiegati solo 23. Dobbiamo uscire da questa logica e rientrare nella normalità con procedure semplici sugli appalti, programmazione e coinvolgimento dei territori, perché i meccanismi corruttivi sono più semplici con procedure d’emergenza. Soprattutto, bisogna assicurare efficienza, manutenzione, messa in sicurezza dei territori attraverso la piena attivazione di aziende pubbliche come Anas, Enel, Ferrovie. Dobbiamo rafforzare e creare specifici strumenti di fiscalità di sviluppo, crediti d’imposta per gli investimenti per il Sud finanziati con fondi strutturali e mirati a rilanciare il sistema dei trasporti e delle reti materiali e immateriali. Per fare questo non servono opere magniloquenti come il Ponte sullo Stretto, su cui peraltro la Cisl non ha alcun tipo di pregiudizio. Serve volontà politica e capacità operativa da parte del governo; serve buona qualità della spesa e un virtuoso utilizzo delle risorse Ue e dell’Agenzia Nazionale per la Coesione, chiamata ad individuare insieme alle parti sociali gli interventi e i progetti necessari. Tutto il resto sa un po’ di spot pubblicitario fuori tempo massimo”, conclude Sbarra.

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