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Poste. Furlan: “No a passaggio da monopolio pubblico a privato. Evitare privatizzazioni anni Novanta”

Pubblicato il 28 Set, 2015

Roma, 28 settembre 2015. “Oggi e’ arrivato il momento di utilizzare questa parziale privatizzazione per realizzare la partecipazione dei lavoratori”. Intervistata a Radio Uno Rai, la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, interviene in merito alla privatizzazione del 40% del capitale di Poste Italiane ricordando l’importanza della partecipazione dei lavoratori nel capitale delle aziende.
“In tanti paesi, in Europa e negli Usa, la partecipazione dei lavoratori ha rafforzato le imprese rendendole piu’ competitive -ha proseguito Furlan- perchè il lavoratore viene coinvolto in modo completo ai destini e alle scelte delle imprese. In Italia tutto ciò non e’ ancora stato realizzato, ci sono disegni di legge che non riescono ad essere approvati. (…) Significa entrare nella governance delle imprese come il modello tedesco dove i rappresentanti dei lavoratori svolgono un ruolo importante o dove c’è la presenza di uno o più rappresentati dei lavoratori nei consigli di amministrazione. Questa vicenda di poste Italiane può diventare un apripista in Italia”.
“Non siamo per principio contrari alla privatizzazione e per le Poste parliamo di un’azienda tra le prime 2 o 3 grandi imprese del paese. Poste rappresenta la più grande banca italiana ma la maggioranza deve rimanere pubblica perchè sarebbe un disastro se questo non avvenisse”. “Quello che dobbiamo evitare come la peste è quello successo negli anni novanta con la sostituzione di monopoli pubblici in monopoli privati come Autostrade e Telecom. Il tema è come vincolare la maggioranza in una parziale privatizzazione con una governance di lavoratori. Così garantiamo la socialità dell’impresa. L’azionariato dei lavoratori non deve essere fine a se stesso perché altrimenti non garantisce quello che va garantito. Se invece ci sono i rappresentanti dei lavoratori, la socialità e la qualità del lavoro sono tutelati”. Ed e’ necessario che la privatizzazione venga fatta in modo chiaro e trasparente e una parte delle risorse venga investita nell’impresa. Per la leader della Cisl, però, Poste non deve essere frazionata. “Nessuno pensi – ha concluso – a spacchettare Poste Italiane. I servizi devono essere garantiti nella loro unitarietà”.

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