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Rifiuti nucleari. Cisl: “Asset industriale da non sottovalutare né tantomeno demonizzare. Ma coinvolgere nelle scelta del sito regioni e parti sociali”

Pubblicato il 8 Gen, 2021
Roma, 8 gennaio 2021 – “La pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) ad ospitare il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi ed il relativo Parco Tecnologico e’ un fatto  di particolare importanza che apre ora una fase molto delicata di concertazione pubblica, coinvolgendo tutti i soggetti, a partire dalle organizzazioni sindacali a livello regionale”. Lo dichiarano in una nota congiunta il Segretario confederale della Cisl, Andrea Cuccello ed il Segretario generale della Flaei Cisl, Salvatore Mancuso. “Bisognerà determinare il luogo dove verrà costruito il Deposito Nazionale per mettere definitivamente in sicurezza i rifiuti radioattivi di bassa e molto bassa attività, oggi presenti in decine di depositi temporanei dislocati sul territorio nazionale (sia rivenienti da siti nucleari sia quelli prodotti quotidianamente nelle varie attività nazionali di industria, ricerca e sanità), mentre il Parco Tecnologico offrirà la possibilità, tra le altre cose, di sviluppare la ricerca e l’innovazione nei settori del “decommissioning” di impianti nucleari e della gestione dei rifiuti nucleari. Ricordiamo che la Commissione Europea ha aperto una procedura di infrazione ai danni dell’Italia, per la mancata consegna del Programma nazionale di gestione delle scorie radioattive e del combustibile nucleare esaurito. Presidiare questa importante tematica, può rappresentare una grande opportunità di crescita per lo sviluppo di  imprese italiane e per i livelli occupazionali che potrebbero generare, financo in particolare per l’area eventualmente individuata. In questi anni sono state svolte attività tese a mettere in sicurezza i siti rimuovendo i componenti più pericolosi con maggiore radioattività, ad esempio inviando il combustibile al riprocessamento ed i fusti, contenenti materiale radioattivo, ad un processo di supercompattazione od incenerimento con successiva cementazione per ottenere una conformazione stabile. Non sempre è stato facile operare, per svariati motivi, a volte dovuti a problematiche esterne alla società ed a volte dovute a carenze interne (organizzative o strutturali). L’ipotesi avanzata dalla Sogin ha bisogno non di levate di scudi e demonizzazione del problema, ma di un confronto largo, serio, approfondito e fecondo fra Stato, Regioni, amministratori locali, imprese, parti sociali e cittadini attraverso una comunicazione trasparente, tempestiva ed esaustiva, sulle garanzie legate alla sicurezza delle persone ed alla salvaguardia dell’ambiente. Si stima che la costruzione del Deposito Nazionale e del relativo Parco Tecnologico comporterà la creazione di 4000 posti di lavoro mentre, durante la fase di esercizio, sono previsti un migliaio di figure professionali addette. Queste sono le condizioni principali per acquisire attraverso il consenso informato e consapevole  un percorso definito, con tempi prefissati, che non si concluda però, con un nulla di fatto come avvenuto sino ad oggi. La Cisl è convinta che questa opportunità possa creare una filiera nazionale di matrice industriale, in grado di sfruttare al meglio le opportunità legate allo smaltimento delle scorie nucleari (decommissioning) degli impianti presenti sul territorio italiano, consentendo inoltre opportunità di sviluppo ed innovazione per l’intero paese”.

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