“Sgombrato il campo da una situazione assurda: la “nazionalizzazione” su cui solo la Fim a detto e ripetuto anche al tavolo del governo, non aveva alcuna possibilità di riuscita, adesso bisognerebbe ripartire dal piano industriale dell’ex commissario Bondi, che rispettava l’Aia, ma parlava anche di rilancio, di crescita produttiva e di tecnologia, con l’utilizzo del preridotto”. Così il segretario generale della Fim Cisl Marco Bentivogli oggi dalle pagine de “la Repubblica” di Genova intervistato da Massimo Minella .
“Sarebbe ora di smetterla con il gioco delle cordate – dice il leder della Fim– in cui, ci sono quattro furbi e un fesso che ci mette i soldi. Il ministro Guidi si sta impegnando su questo fronte , ci sta mettendo la faccia, ma bisognerebbe capire il progetto prima dei nomi.”
Per quanto riguarda l’ipotesi di uno spezzatino dell’Ilva Bentivogli è chiaro: “ l’unicità del gruppo non può essere messa in discussione. La vertenza Ilva è globale , lo è da un punto di vista geopolitico. Taranto, Genova e Novi Ligure devono avere lo stesso destino”
“L’interesse di Mittal non è un segreto, la multinazionale è disponibile ma a condizione di avere il controllo del gruppo italiano. Quanto agli asiatici stiamo a vedere. NipponStell si era avvicinata al dossier. Gli altri sono silenti per ora, ma potrebbero mostrarsi presto – dice.
Su possibile ruolo che potrebbe giocare Cassa depositi e Prestiti, il leader della Fim sottolinea : “gli italiani sono stati chiari, non può essere caricato sulle loro spalle il peso dell’ambientalizzazione e del dissequestro delle aree”. Cassa depositi e Prestiti potrebbe intervenire in questo frangente , in attesa del dissequestro dei soldi bloccati in Svizzera.
Ufficio Stampa Fim Cisl