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Salari. Sbarra: “Serve un grande accordo di responsabilità nel solco del metodo Ciampi. Detassare i frutti dei contratti per stimolare accordi di produttività e welfare”

Pubblicato il 2 Giu, 2022

“Bisogna elevare i redditi da lavoro e pensione oltre l’inflazione ed in modo strutturale. E per farlo non c’è che una strada: crescere di più e riallocare la ricchezza, attraverso un grande accordo di responsabilità nel solco del “metodo Ciampi ’93”. È quanto sottolinea oggi il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, in un lungo intervento su ‘La Stampa’. “Ha detto bene il presidente Draghi: in questa difficile fase ‘sindacati, imprese e Governo devono lavorare insieme’. La via non è quella di un intervento unilaterale da parte del legislatore, non quella di automatismi salariali che genererebbero nuova inflazione con una esiziale rincorsa tra salari e prezzi. Né quella di un salario minimo che non tenga conto delle retribuzioni applicate nei contratti maggiormente rappresentativi in ogni settore. Non servono leggi sulla rappresentanza ma il riconoscimento e la valorizzazione di contratti che vanno rinnovati ed innovati, estesi soprattutto nel secondo livello, specialmente al Sud e tra le piccole e medie imprese. Contratti i cui frutti vanno coraggiosamente detassati, per stimolare accordi di produttività e welfare negoziato” aggiunge il leader Cisl. “Dopo il lungo inverno della disintermediazione politica, che non a caso coincide con l’inverno dei redditi, degli investimenti e della stagnazione economica, bisogna lavorare insieme, cominciando a riadeguare le retribuzioni all’inflazione reale, ma non limitandosi a questo. L’Ocse ci segnala che negli ultimi 30 anni l’andamento dei salari reali italiani è andato sotto zero: -3 per cento, mentre in Germania e Francia sono saliti di oltre 30 punti. E ancora più negativo è stato l’andamento della produttività. È chiaro allora dove sia la sfida principale: agganciare le retribuzioni all’incremento della produttività, sbloccando i capitali produttivi, promuovendo in ogni modo e ad ogni livello i fattori di efficienza e crescita che sono anche le reti materiali, sociali e digitali, un fisco più leggero per le imprese che non licenziano ed investono in formazione e partecipazione, un incrocio efficace tra domanda ed offerta, rapporti negoziali e bilaterali sempre più vicini alla persona”, conclude il leader Cisl.

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