13 giugno 2018. “La sanità deve rappresentare una delle priorità dell’agenda del nuovo Governo in ordine alla quale programmare un confronto compiuto con le parti sociali”. Lo sottolinea il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga responsabile delle politiche sociali.
http://www.youtube.com/watch?v=3Mea_dLJTPg“La Cisl, da anni, denuncia il lento logoramento del Servizio sanitario nazionale, un bene prezioso per la qualità della vita dei cittadini oltre che un volano di sviluppo per l’economia italiana, con forti ricadute benefiche sul versante occupazionale”, aggiunge il sindacalista della Cisl.
“Purtroppo le politiche dei Governi che si sono alternati durante questi anni, hanno considerato la sanità come un “costo” – un salvadanaio dove attingere per il risanamento del bilancio pubblico – piuttosto che come un investimento su cui far leva per la ripresa della crescita e dello sviluppo, utile ad accompagnare il Paese fuori dalla crisi”.
Per la Cisl va messa in campo una politica complessiva che, a partire dal rafforzamento del finanziamento del sistema sanitario, insista nel completamento del ‘pacchetto’ dei nuovi LEA con il decreto di definizione delle tariffe di specialistica e diagnostica, per renderli realmente ed effettivamente esigibili su tutto il territorio nazionale.
“I recenti dati diffusi dal Censis in merito alla spesa sanitaria privata sono inquietanti: quasi 40 miliardi di euro a carico dei bilanci delle famiglie”, sottolinea Ganga. “A questi si aggiunge il dato relativo all’implementarsi dei casi di rinuncia alle cure che coinvolge un numero sempre maggiore di cittadini italiani. Secondo i dati della ricerca sono circa 7 milioni gli italiani che si sono indebitati per pagare le spese per la salute e 2,8 milioni hanno dovuto usare il ricavato della vendita di una casa o svincolare risparmi per potersi curare. Tali dati sono di una gravità inaudita e se letti unitamente alla mobilità sanitaria interregionale, alle lunghe liste di attesa e alle forti criticità del Mezzogiorno, presentano un Sistema sanitario che non garantisce pienamente il diritto della tutela della salute”