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Sanità. Papotto (Cisl Medici): “Ultima chiamata al ravvedimento della politica”

Pubblicato il 16 Nov, 2017

Roma, 16 Novembre 2017. “Abbiamo cercato di scriverlo, di gridarlo . Lo temevamo. Abbiamo anche tentato di raggiungere con la nostra voce il maggior numero possibile di interlocutori, con la stampa, la radio, la televisione, Internet, perché il messaggio arrivasse a tutti i destinatari interessati”. E i “destinatari interessati” sono TUTTI gli italiani. Si, perché la sanità pubblica è allo sfascio, per esclusiva responsabilità della politica che – a tutti i livelli, locale e nazionale – ha sempre tagliato le risorse umane e strumentali senza tenere in alcun conto le segnalazioni sempre più accorate ed urgenti dei professionisti che ogni giorno hanno comunque supplito, con il loro lavoro sempre più gravoso e difficile, alle carenze provocate da quella mala gestione. – Lo ha dichiarato Biagio Papotto, Segretario Generale CISL Medici, che ha così proseguito – non si può più sprecare un solo giorno per fornire risposte precise ad attese circostanziate e pressanti. Il “sistema salute” in Italia DEVE avere risorse ed attenzione almeno pari a quelle che altri Paesi europei garantiscono; Paesi che – è bene puntualizzarlo ogni volta – spendono molto più dell’Italia, che ha invece un SSN di livello assoluto, e come tale riconosciuto in tutte le assise mondiali. Le risorse economiche previste – prosegue Papotto – sono gravemente insufficienti; il precariato è bel lungi dall’essere superato; ci sono e saranno sempre meno medici specialisti; le condizioni di lavoro sono sempre meno garanzia di poter assicurare la necessaria attenzione verso tutti i pazienti: i LEA, Livelli Essenziali di Assistenza, saranno sempre più da intendersi come Livelli Eccessivi di Abbandono, tra poco tempo. Adesso basta. Il comunicato emesso ieri a firma dell’assoluta maggioranza delle sigle dei medici e veterinari del SSN – conclude Papotto – si pone come ultima chiamata al ravvedimento della politica, una parte del Paese che deve avere come unico proprio riferimento il benessere dei cittadini che hanno – col proprio voto – legittimato alcune persone ad agire. Altrimenti si lascia il posto a qualcuno più capace. E faremo di tutto per individuare qualcuno più degno della nostra fiducia. La legge di bilancio sarà la cartina di tornasole. Vogliamo fatti, non promesse. Non più”.

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