21 Settembre 2017 – “Abbiamo lasciato trascorrere alcune ore per mettere assieme qualche riflessione, resistendo alla legittima e comprensibile rabbia di chi vede, sente, sa, e non riesce a far comprendere a chi dovrebbe invece intervenire che così proprio non si può andare avanti”.Così il Segretario Generale della Cisl Medici, Biagio Papotto in merito alla vioenza subita dalla dottoressa 51enne in servizio nella guardia medica di Trecastagni, nel Catanese. “Leggiamo di furiosi attacchi contro il Governo, della Ministra Lorenzin che ha immediatamente disposto ispezioni. E ha fatto bene – prosegue Papotto auspicando però che a ciò seguano azioni “per mettere in sicurezza immediatamente tutti i posti di lavoro della sanità (ospedali e territorio). “Quello che a noi preme però far notare è che non possiamo prendercela solo con il Governo centrale. La scarsità di risorse economiche, infatti, è grave e reale, ma da sola non può bastare a chiudere il discorso” – tiene a precisare. “Questo consentirebbe a tutti i poteri intermedi di riposare tranquillamente sugli allori, e invece la CISL Medici da oggi vuole chiarire che non lascerà correre alcunché. Non accetteremo alibi di alcun tipo da parte di tutte quelle figure decisionali – Regioni, Assessori alla Sanità, Direttori Generali e amministratori vari…. – che potrebbero e dovrebbero fare di più, molto di più. Anzi: che dovevano e potevano aver già fatto molto di più. Non siamo affezionati all’idea di dotare ciascun presidio di un vigilante, perché questo aumenterebbe di sicuro in modo esponenziale i costi per la collettività, ma se fosse il rimedio risolutivo ben venga. Però diverse articolazioni degli orari, presenze più concentrate, soluzioni logistiche più centrali e visibili…tutto questo potrebbe costare davvero poco e mostrare che qualcuno si guadagna in modo degno lo stipendio che percepisce SENZA correre i rischi che una donna medico conosce ogni giorno. Ci prepareremo a costituirci parte civile in ogni procedimento giudiziario che scaturisse dalla trascuratezza delle amministrazioni locali. Ora basta. Quando si dice che il medico dona la vita non si intende perderla” conclude.