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Sanità. Papotto (Cisl Medici): “Oramai improcrastinabile la tutela della sicurezza nel posto di lavoro per medici, professionisti sanitari donne e uomini”

Pubblicato il 5 Dic, 2017

 

Roma, 5 novembre 2017 – Un incontro svoltosi “nel solco della tradizione ormai consolidata del rapporto tra la CISL Medici e le istituzioni, con il denominatore comune, fortemente condiviso, che la sanità pubblica è un bene comune da tutelare e una conquista sociale da preservare alle future generazioni”, per il Segretario generale della Cisl Medici, Biagio Papotto,  quello di oggi al Ministero della Salute tra la CISL Medici e il direttore generale della Programmazione sanitaria del Ministero della Salute Andrea Urbani, il Capo di Gabinetto Giuseppe Chinè e il funzionario del Ministero della Salute Dott.ssa Angela De Feo.

Nella delegazione CISL Medici, guidata dal Segretario Generale, dr. Biagio Papotto, erano presenti i segretari nazionali, dr.ssa Giuseppina Fera e dr.ssa Annalisa Bettin, accompagnati da alcune delle rappresentanti regionali del coordinamento donne CISL Medici: le dr.sse Antonia Carlino, Luciana Carolei, Luciana Cois, Marisa Faraca, Maria Ludovica Genna, Viviana Felicetti.

“Riguardo ai recenti fatti delittuosi che hanno visto purtroppo vittime alcune donne medico mentre esercitavano la professione, la CISL Medici e la parte pubblica hanno convenuto su quanto e come la violenza ai danni dei medici, uomini e donne, e degli altri sanitari sui luoghi di lavoro, sia un problema complesso e su come purtroppo il tema sia quasi ancora un tabù; indifferenza e reticenza l’accompagnano perché le notizie di cronaca sono solo la punta di un iceberg, perché i medici e gli operatori della sanità spesso non denunciano gli episodi di cui sono vittime” ha sottolineato ricordando alcune cifre: nel 2013, ad esempio, 4.000 aggressioni come infortuni indennizzati dall’INAIL di cui 1/3 in sanità e il 70% ha interessato le donne.

Oramai improcrastinabile” dunque per Papotto “la tutela della sicurezza nel posto di lavoro per medici e professionisti sanitari donne e uomini. Nel corso dell’incontro Papotto ha evidenziato la necessità di una triplice azione su – Organizzazione del personale – Ambiente di lavoro – Funzioni e strutturazione dell’ente proponendo:
1. Osservatorio Nazionale sul fenomeno;
2. Focus Istituzionale sul fenomeno con un patto tra forze sindacali, ministero, regioni, sulla violenza sui luoghi di lavoro;
3. Sensibilizzazione degli organismi di parità ai vari livelli territoriali, CUG, Associazioni, Istituzioni;
4. Normative stringenti nei confronti di direttori generali, spesso latitanti dalle loro responsabilità organizzative e magari prevedendo punteggi punitivi per gli episodi accaduti nelle proprie aziende o progetti premianti, atti ad attuare buone prassi di prevenzione.

“La parte pubblica – continua Papotto – ha condiviso la necessità di istituire, nel più breve tempo possibile, un osservatorio nazionale sul fenomeno e si sono programmati una serie di scambi di documentazione per procedere immediatamente alla costituzione dello stesso”.
Il segretario della Cisl Medici ha sottolineato ancora come “dare dignità al lavoro delle donne medico rappresenti una sfida culturale e sociale per tradurre in realtà diritti e tutele fino ad oggi negate, così come battersi per una società dove – come dice Papa Francesco – la maternità della donna sia considerata una opportunità”.

“La CISL Medici combatte le diseguaglianze nel campo della salute, e condivide con il Ministro Beatrice Lorenzin l’obiettivo dell’equità delle cure come obiettivo indispensabile per un salto di qualità per un SSN sostenibile e davvero equo nella convinzione che una lettura della medicina secondo una ottica di genere specifica possa aiutare a proseguire nella ricerca della vera appropriatezza.
A conclusione del proficuo colloquio la parte pubblica ha inoltre condiviso la necessità – anche in questi anni di crisi profonda e minacce di ogni tipo al Servizio Sanitario Nazionale e alla professione del medico – di dare spazio alle problematiche della violenza dei luoghi di lavoro sottoscrivendo pienamente – conclude Papotto – il concetto della centralità della persona e dell’umanesimo nel lavoro e nella cura”.

 

 

 

 

 

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