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Terziario. Anaste, alta l’adesione allo sciopero per il rinnovo del contratto atteso da 8 anni del settore socio-sanitario-assistenziale

Roma, 27 marzo 2017 – La giornata di mobiltazione e sciopero dei 20mila addetti di Anaste, l’Associazione Nazionale delle Strutture della Terza Età del settore socio-sanitario-assistenziale indetta dai sindacati di categoria Fp Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Uil Fpl per chiedere il rinnovo del contratto atteso da 8 anni, ha visto una massiccia adesione. L’astensione infatti, in media nazionale superiore al 65%, ha registrato numerosi presidi davanti le strutture associate ad Anaste in Lombardia, Veneto, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna e Marche, dove centinaia di lavoratori hanno manifestato per rivendicare il rinnovo del contratto nazionale di lavoro atteso da 8 anni.

«L’alta adesione alla mobilitazione, in uno dei settori peraltro regolamentato dalle norme sui servizi pubblici essenziali, rappresenta un segnale del malessere delle migliaia di lavoratrici e lavoratori del comparto socio sanitario assistenziale che da troppi anni aspettano un aumento economico dignitoso e nuove norme volte a valorizzare una professione in crescita e che negli a venire avrà un ruolo determinante nel settore dei servizi alla persona» ha dichiarato il segretario nazionale della Fisascat Cisl Davide Guarini.
La giornata di astensione decisa dai sindacati segue l’interruzione dei negoziati per il nuovo contratto; uno stop aggravato dall’esito negativo della procedura di raffreddamento al ministero del Lavoro che non ha sortito l’effetto auspicato dai sindacati.
Alla base della protesta le inaccettabili proposte di Anaste in ordine all’aumento dell’orario di lavoro, da 38 a 40 ore settimanali; alla riduzione, fino all’azzeramento, dei permessi retribuiti; al trattamento economico della malattia, azzerato per i primi tre giorni, all’aumento medio lordo di 19 euro dopo 8 anni di mancato rinnovo del contratto. Proposte ben lontane dalle richieste sindacali che, nella piattaforma unitaria, rivendicano un aumento economico di 110 euro, in linea con i rinnovi già raggiunti nel comparto, il rafforzamento delle relazioni sindacali, l’adeguamento del sistema di classificazione e l’estensione delle tutele, a partire da malattia, maternità e formazione professionale.

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