Roma, 15 giugno – “È in corso, come previsto dalla legge sullo sciopero, la seconda fase delle procedure di raffreddamento per le lavoratrici e i lavoratori del settore degli appalti di servizio del Gruppo Fs Italiane”, così dichiarano Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Taf e Fast Mobilità.
“A causa delle disposizioni di legge vigenti – spiegano le organizzazioni sindacali – da settembre non ci sarà più la copertura degli ammortizzatori sociali per chi lavora in questo ambito. Stiamo parlando di un totale di 10 mila persone che si occupano di pulizia a bordo treno e a terra, di attività di micro manutenzione e accompagnamento notte, il 30% dei quali oggi usufruisce di ammortizzatori sociali. Questa situazione ci preoccupa notevolmente”.
“Se siamo arrivati a questo punto – sottolineano Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Taf e Fast Mobilità – è anche perché le stazioni appaltanti del Gruppo non hanno applicato le disposizioni di legge sugli appalti e l’articolo 16 del contratto collettivo nazionale dei lavoratori della mobilità/attività ferroviarie che tutela l’occupazione e le retribuzioni negli appalti. Gli appalti sono stati affidati, privilegiando l’offerta economica più bassa, cambiando continuamente le imprese e non preoccupandosi dell’applicazione della clausola sociale, tutto questo nonostante le previsioni del nuovo codice degli appalti. Se il Gruppo Fs Italiane e le società del Gruppo fossero statI meno aggressivI, non ci troveremmo davanti a questo potenziale ennesimo dramma sociale nel nostro Paese. Lunedì prossimo saremo ricevuti dal Ministero dei Lavoro su questo tema, ma non escludiamo di mobilitare le categorie”.