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Trasporto su gomma. Fit Cisl: “Approvazione aziende a Ue dimostra nostra ragione”

Pubblicato il 11 Giu, 2018
Roma, 11 giugno 2018.  “Il fatto che numerose aziende di autotrasporto merci approvino il voto della settimana scorsa della Commissione europea ai Trasporti dà da riflettere ed è uno sprone per il sindacato per mettere in piedi al più presto azioni di protesta”, così dichiara Maurizio Diamante, Segretario nazionale della Fit-Cisl, in merito alle dichiarazioni odierne a favore del pacchetto mobilità (mobility package), approvato il 4 giugno dalla Commissione Ue, che riduce i tempi di riposo e aumenta quelli di guida per gli autisti di camion e autobus a lunga percorrenza.
“Sono sotto gli occhi di tutti – prosegue Diamante – le condizioni di vita estreme degli autisti di camion, per lo più est europei sfruttati e sottopagati, costretti a mangiare e dormire sui loro camion e a guidare anche 18 ore per sbarcare il lunario. È anche noto che spesso questi lavoratori ricorrono all’uso di sostanze non lecite per reggere la fatica e di frequente causano incidenti anche mortali a causa della loro stanchezza.
Ricordiamo che la sentenza della Corte di giustizia europea del 20 dicembre scorso vieta per qualunque motivo il riposo dentro al camion ed è sconvolgente che la Commissione non ne abbia tenuto alcun conto, consentendo tale pratica nel pacchetto mobilità.
Inoltre sta passando ingiustamente sotto traccia il fatto che il pacchetto mobilità riduce i tempi di riposo anche per gli autisti di autobus a lunga percorrenza, i quali a causa della stanchezza possono coinvolgere in un incidente i loro passeggeri.
Ma la nostra battaglia non è dovuta solamente ai peraltro doverosi motivi umanitari: è anche a vantaggio delle aziende che rispettano le norme e i diritti dei lavoratori, le quali sono spinte a chiudere dalla concorrenza sleale di chi invece si crede al di fuori delle regole. Parliamo delle letterbox companies, aziende anche italiane, con residenza fittizia nell’est Europa, le quali operano e traggono profitto in Italia, oltre che sfruttando i dipendenti, eludendo il fisco italiano”.
Conclude il Segretario nazionale: “Ci stiamo coordinando con l’Etf, la Federazione europea dei lavoratori dei trasporti a cui siamo affiliati, e con gli altri sindacati per organizzare quanto prima azioni di protesta in modo che l’Europa, che dovrebbe essere la casa dei diritti, cambi rotta e aumenti le tutele degli autisti”.
 

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