Roma, 7 marzo 2016 – “Le riorganizzazioni e le aggregazioni in corso nel sistema bancario sembrano avere come unico comune denominatore la volontà delle imprese di ricorrere alla riduzione degli organici come principale strumento per recuperare redditività. Questa impostazione, che abbiamo sempre criticato, riguarda i lavoratori di ogni livello professionale, inclusi i dirigenti”. Così Giulio Romani – Segretario Generale FIRST CISL – commenta la trattativa in corso in Unicredit per la riduzione del numero dei dirigenti. “L’idea che il “middle management”, cioè quella fascia di dipendenti su cui l’azienda ha nel tempo investito per creare professionalità e, quindi, valore, possa essere considerato esclusivamente un costo da ridimensionare – continua Romani – dà il senso di quanto oggi il sistema bancario sia condotto “a vista”, con scelte industriali e organizzative, anche rispetto alla gestione strategica dei dipendenti, che denunciano un’approssimazione che talvolta rasenta il dilettantismo. Non fa eccezione Unicredit che, dopo aver portato avanti per anni piani di riduzione del personale, producendo l’uscita di migliaia di lavoratori, vuole oggi ridurre di ulteriori 470 unità il numero dei dirigenti, minacciando il ricorso all’utilizzo dei licenziamenti collettivi.” “Il sindacato di Unicredit è unitariamente impegnato in una difficile trattativa per impedire provvedimenti che determinerebbero un pesantissimo impatto sociale e che non hanno precedenti non solo nel settore bancario, ma nell’intero sistema Paese. A complicare la trattativa ci si è messa anche la diffusione di notizie sconclusionate da parte di agenzie scandalistiche, da tempo abituate a inondare di immondizia il settore con presunti gossip, evidentemente dettati da qualcuno che coltiva interessi diversi da quelli dei lavoratori e del sistema bancario”. “In base a tali farneticazioni FIRST CISL, l’organizzazione che, da sola, rappresenta oltre il 70% dei dirigenti bancari iscritti al sindacato, contro i propri interessi, sarebbe pronta a sottoscrivere accordi finalizzati al licenziamento in tronco degli stessi”. “Ci preme ricordare a qualche sedicente giornalista – sottolinea Romani – che FIRST (un tempo FIBA e DIRCREDITO) ha sottoscritto unitariamente alle altre organizzazioni del settore, tutti gli accordi di ristrutturazione degli organici di tutte le banche negli ultimi vent’anni, garantendo sempre la volontarietà all’uscita e la copertura salariale del personale coinvolto e svolgendo un ruolo determinante nella elaborazione di tutte le innovazioni contrattuali per cui il settore è noto”. L’atteggiamento di FIRST oggi non è diverso dal passato: qualunque operazione di riduzione di organici non può prescindere dall’utilizzo di strumenti volontari nell’ambito di accordi che consentano ai lavoratori un sostegno fino alla maturazione del alla pensione. “Chiunque sostenga qualcosa di diverso o è male informato, o è in mala fede – afferma Maurizio Arena, Segretario Generale aggiunto di First/Cisl e responsabile per le alte professionalità – e, in ogni caso, gioca irresponsabilmente un ruolo destabilizzante. Purtroppo, da quando, con la nascita di FIRST, siamo diventati la prima organizzazione per rappresentatività nel mondo Abi, il senso di responsabilità, la professionalità e la lealtà verso i lavoratori, con cui siamo abituati a condurre le trattative e che ci sono sempre stati riconosciuti, spesso, contrastano con le smanie di qualche anonimo delatore, morbosamente bisognoso di gettare fango su di noi e sui nostri dirigenti, sciorinando sciocchezze e volgarità dalle pagine di qualche fogliaccio on-line.” “Siamo certi – conclude Romani – che tutte le organizzazioni saranno unite, come sempre, nel condurre in porto, se ve ne saranno i presupposti, il miglior accordo possibile, escludendo esplicitamente la possibilità di qualsiasi forma di uscita non volontaria, sconfiggendo i tentativi di coloro che seminano sconcerto e disinformazione tra i lavoratori e rispedendo al mittente le minacce di licenziamenti collettivi che produrrebbero una grave perdita di professionalità per Unicredit e una successiva, inevitabile vertenzialità di cui non sentiamo il bisogno, ma dalla quale, certamente, non ci sottrarremmo”. Ufficio stampa First Cisl