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UniCredit. First Cisl: “La carenza di personale rischia di minare l’efficacia del piano industriale”

Pubblicato il 27 Set, 2017

Roma, 27 settembre 2017 – “L’obiettivo di uscite previsto dal piano industriale è stato centrato, ma preoccupa che la banca sia in ritardo con le assunzioni, soprattutto nella rete di vendita”. Così Pier Luigi Ledda, segretario nazionale di First Cisl, in relazione all’attuazione del piano industriale di UniCredit.

“Le uscite già effettuate o pianificate nel triennio – continua Ledda – sono ben 6532, di cui 2169 nel 2017, 3442 nel 2018 e 921 nel 2019. È vero che c’è una qualche disomogeneità sui territori, visto che le adesioni al fondo di solidarietà sono superiori all’80% del bacino potenziale al nord e sono invece comprese invece tra il 68% e il 74/% nel resto d’Italia, ma questo non giustifica le tensioni di organico che vengono scontate dalla rete di vendita. A luglio eravamo arrivati appena a 27 assunzioni sul totale delle 203 concordate per il 2017 nella struttura commerciale, mentre erano 91 su 226 quelle negli altri ambiti organizzativi. Troppo poche”.

“La nostra preoccupazione – conclude Ledda – è che questa situazione determini un’ulteriore escalation delle pressioni commerciali, vanificando i contenuti innovativi dell’accordo che sottoscrivemmo nel 2016, coerente con il protocollo nazionale sull’organizzazione del lavoro firmato in Abi nel febbraio di quest’anno. Come sindacato restiamo disponibili a impegnarci in maniera costruttiva per migliorare l’organizzazione del lavoro, con l’obiettivo di conciliare l’esigenza di aumento della produttività con la maggiore efficienza dei processi e il benessere dei lavoratori, ma occorre che il coinvolgimento e la partecipazione dei lavoratori siano resi effettivamente praticabili”.

 

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