Roma, 5 febbraio 2016- “Il tema delle mutilazioni genitali femminili è di estrema attualità e purtroppo ci riguarda sempre più da vicino”. Lo dichiara in una nota Liliana Ocmin, Responsabile Dipartimento Donne Immigrati Giovani della Cisl e Coordinatrice Nazionale Donne Cisl alla vigilia della Giornata internazionale contro le mutilazioni genitali femminili e nella Giornata mondiale ecclesiale contro la “tratta”. “Questa pratica assurda, infatti, non riguarda solo i paesi indicati da Unicef e Oms, soprattutto quelli dell’Africa sub-sahariana- continua Ocmin- ma anche il nostro continente attraverso le migrazioni, divenute negli ultimi tempi sempre più strutturali a cause di guerre, miseria e catastrofi ambientali. Il Parlamento europeo ha stimato che 500.000 donne e bambine che vivono in Europa stanno soffrendo le conseguenze delle mutilazioni genitali femminili e che 180 mila sono a rischio ogni anno. In Italia, nonostante la legge del 2006 che vieta e persegue gli autori di tali reati, sarebbero 35.000 le donne sottoposte a queste pratiche ed oltre mille bambine a rischio. Di fronte a questi dati allarmanti, entra in gioco la nostra idea di alleanza con le donne immigrate attiviste nelle comunità di origine presenti sul territorio, una maniera concreta e diretta per sensibilizzare sulla pericolosità di queste pratiche che ledono il diritto alla salute ed all’integrità fisica delle donne. La sensibilizzazione e l’educazione scolastica hanno fatto tanto finora ma possono fare di più. Si procede troppo lentamente. A questi ritmi, secondo l’Agenzia ONU Unfpa, occorre attendere il 2074 per il dimezzamento del fenomeno. Diviene fondamentale pertanto incrementare le attività e le iniziative per accelerare il processo di sensibilizzazione”.“Come Coordinamento donne Cisl- conclude Ocmin- il nostro impegno è totale: proseguiamo con la nostra azione di informazione e sensibilizzazione nei luoghi di lavoro rilanciata nel 2011 con la Campagna “MGF: Mutilazioni Giunte alla Fine, consapevoli che tutti, parti sociali, politica, istituzioni, debbano fare di più per debellare questa pratica e ridare dignità a donne e minori”.
Ufficio Stampa Cisl