Roma, 24 novembre 2018 – “La Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne , istituita nel 1999 dall’Assemblea delle Nazioni Unite, ricorda ogni 25 novembre l’impegno inderogabile per tutti, istituzioni pubbliche e private, associazioni e movimenti a proseguire in ogni contesto la riflessione e la sensibilizzazione per sconfiggere il dilagante e assai deplorevole fenomeno della violenza contro le donne”. Così in una nota congiunta diffusa dal Coordinamento Nazionale Donne Cisl e dalle Associazioni cattoliche, Umofc (Unione mondiale delle donne Cattoliche ), ACLI (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani) , Azione Cattolica Italiana, Centro Italiano Femminile, API-COLF (Associazione Professionale Italiana Collaboratori Familiari), Confederazione Italiana dei Consultori Familiari di Ispirazione Cristiana, Fondazione Beato Federico Ozanam- San Vincenzo De Pauli.
“In questa giornata diciamo tutti , società civile, istituzioni e associazioni – prosegue la nota – STOP ALLA VIOLENZA SULLE DONNE con manifestazioni, dibattiti, confronti e convegni, ma non basta. Occorre un forte movimento etico per rompere la subcultura del “possesso”; occorre rompere il silenzio, occorre che le donne non sottovalutino e non tacciano i primi segnali di pericolo per evitare il “crescendo” che porta ad atti irrimediabili.
Le nostre associazioni e organizzazioni, da sempre attente all’infanzia e alle donne, fanno appello in occasione della ricorrenza del 25 novembre, affinché si possa investire maggiore attenzione ed energie nella prevenzione di tutti i fenomeni di violenza, anche quelli che nella famiglia si generano e si alimentano e che si ripercuotono anche sui minori, spesso vittime dirette e passive della stessa violenza.
Solo un’educazione al rispetto della persona e un lavoro capillare contro ogni stereotipo, insieme ad una politica istituzionale chiara e forte contro la violenza, possono aiutare la nostra società a progredire in umanità. Si tratta di riprendere un ampio lavoro culturale sul valore della persona umana, soprattutto là dove è più debole; si rende necessario riprendere, leggendolo nell’oggi, il progetto di promozione e di crescita spirituale, sociale e politica della donna.
Nel corso della storia, le donne hanno lottato per veder riconosciuta la pari dignità e i pari diritti con l’uomo, loro compagno di strada. Nonostante l’aver ottenuto significativi risultati sul piano della partecipazione democratica e dell’uguaglianza delle opportunità, ancora oggi purtroppo si perpetrano quotidianamente atti di violenza e permangono molteplici forme di discriminazione (lavoro, vita sociale , politica) di pregiudizi e stereotipi. Riteniamo necessario e urgente, quindi, da una parte riprendere con impegno percorsi educativi orientati alla non violenza e al rispetto dell’altro e dall’altra, prevedere adeguati sostegni familiari e innovativi strumenti legislativi e politiche sociali che contribuiscano a una migliore armonizzazione della vita familiare con quella personale e lavorativa della donna.
Le nostre Associazioni e organizzazioni si impegnano a potenziare il lavoro di rete con tutti gli interlocutori a livello territoriale, consapevoli che quanto più intenso e comune sarà il senso di responsabilità , maggiore sarà l’efficacia per abbattere ed eliminare la piaga sociale della violenza sulla donna.
A ricordo di tutte le donne vittime della violenza, delle guerre e della povertà, delle donne costrette a fuggire dai loro paesi, delle donne morte con i loro figli, le donne vittime della tratta, le nostre Associazioni e organizzazioni impegnate per la promozione sociale, civile, culturale della donna in ogni luogo , a partire dalla famiglia, chiedono alle Istituzioni preposte di porre a regime tutte le norme di contrasto alla violenza alle donne.
Ci auguriamo , inoltre, che sempre di più nella vita del Paese e nella Chiesa si possa promuovere la presenza della donna così come auspicato da Papa Francesco : “c’è ancora bisogno di allargare gli spazi per una presenza femminile più incisiva nella Chiesa. Perché «il genio femminile è necessario in tutte le espressioni della vita sociale; per tale motivo si deve garantire la presenza delle donne anche nell’ambito lavorativo» e nei diversi luoghi dove vengono prese le decisioni importanti, tanto nella Chiesa come nelle strutture sociali” (EG 103)” conclude la nota.