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Immigrazione. Cisl Emilia Romagna: Confronto e dialogo per far fronte alla crisi

Pubblicato il 9 Mag, 2017

Reggio Emilia, 9 maggio 2017. “Confronto e dialogo sono le uniche strategie possibili per far fronte a una crisi diventa ormai strutturale. I sindacati, e le parti sociali e istituzionali e tutta la comunità reggiana non possono essere interpellate solo nel momento d’emergenza, ma è necessario vengano chiamate a sedersi attorno un tavolo per affrontare il problema con continuità”. Con queste parole, il sindacato Cisl Emilia Centrale commenta l’emergenza immigrazione che “esige un maggior impegno e responsabilità da parte di tutti”. “Bisogna interpellare tutte le parti sociali e la collettività per far conoscere come venga gestita l’accoglienza nella provincia – afferma Aziz Sadid di Anolf Cisl Emilia Centrale – e che finora è stata affidata dalla Prefettura principalmente al soggetto capofila che realizza l’appalto. Come già richiesto precedentemente, siamo interessati a conoscere quante risorse sono state destinate all’accoglienza, cosa è stato realizzato e quali sono i progetti futuri e come sono redistribuiti i profughi sul territorio provinciale; attendiamo perciò gli esiti della la convocazione in commissione comunale, rivolta alla Dimora d’Abramo in qualità di capofila di Rti, affinché spieghi ed esponga il lavoro fatto e che venga poi riportato nella Consiglio territoriale per l’immigrazione presso la prefettura di Reggio Emilia”. Per il segretario con delega all’immigrazione Cisl Emilia Centrale Domenico Chiatto bisogna uscire dalla logica emergenziale con cui viene finora affrontato il problema: “Il lavoro fatto dal Governo non è stato sufficiente ed è solo riuscito a tamponare i problemi che si presentavano nell’immediato. Occorre ridurre i tempi di risposta alle richieste d’asilo e incrementare le commissioni preposte per valutare le domande dei rifugiati”. A gran voce il sindacato Cisl Emilia Centrale chiede un cambio di rotta. “Bisogna dare un segnale diverso: solo ottimizzando le risorse e tramite un progetto che miri all’integrazione sociale si potrà affrontare il problema ed evitare così che nascano e si alimentino false credenze – conclude Aziz Sadid –. Non è la prima volta che ribadiamo la nostra disponibilità per contribuire a trovare soluzioni praticabili che partaono anche della partecipazione del territori”.

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