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Emilia Romagna. Cisl Emilia Centrale: “Accordo Regione-sindacati sulla valorizzazione del personale sanitario”

Modena, 8 settembre 2017. La Regione Emilia-Romagna destina 2 milioni 600 mila euro per incentivare e regolamentare il ruolo dei professionisti sanitari che operano per la formazione dei giovani. Lo prevede l’intesa sottoscritta con le organizzazioni sindacali e che regolamenta e valorizza i circa 7.500 professionisti del servizio sanitario regionale impegnati nella formazione degli studenti che frequentano le lauree triennali abilitanti al 1° livello delle professioni sanitarie e coloro che nelle corsie degli ospedali e nelle strutture territoriali trasferiscono competenze ed esperienze attraverso attività di docenza, coordinamento, tutoraggio e affiancamento degli allievi. Il riparto delle risorse assegna all’Azienda ospedaliera Modena 149.609 euro, all’Ausl di Modena 113.868 euro, all’Azienda ospedaliera Reggio 132.283 euro e all’Ausl di Reggio 106.279 euro. «Dopo l’accordo del 19 settembre 2016 che aumenta le assunzioni legate al turn-over fino al 90% e che prevede 500 assunzioni aggiuntive a causa dell’impatto della legge sull’orario di lavoro (legge 161/15), si è aggiunto un ulteriore tassello e un importante risultato a quel percorso – commentano Marco Blanzieri (Fp Cgil), Davide Battini (Cisl Fp) e Gerry Ferrara (Uil Fpl) – Ora nelle aziende sanitarie si apra il confronto per distribuire le risorse da destinare alle professioni sanitarie. Potranno essere utilizzate per riconoscere il lavoro di affiancamento agli allievi, coordinamento dei corsi di laurea e dei responsabili della didattica». È il primo accordo di questo tipo in Italia e, oltre a destinare risorse per l’incentivazione del personale, permetterà di qualificare e regolamentare un ruolo, quello della partecipazione alla didattica (non attualmente previsto nel ccnl), strategico per il sistema e di particolare valore professionale. «Questo personale – continuano i sindacalisti – svolge un’attività fondamentale per il servizio sanitario regionale e per il sistema universitario in quanto sostiene una parte importante della formazione dei futuri professionisti della sanità. Adesso si apre una fase di confronto tra sindacati con le rsu e le direzioni generali in ogni azienda. Da esso dovranno uscire le regole di utilizzo che potranno anche essere diverse da azienda ad azienda. Infine, è bene sottolineare – chiudono Blanzieri, Battini e Ferrara – che l’accordo va comunque a beneficio di tutto il personale del servizio sanitario perché aumenta complessivamente le risorse a disposizione».

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