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Toscana. Lettera aperta delle Rsu della Regione alle istituzioni: fondi insufficienti, contratto integrativo a rischio

Pubblicato il 15 Dic, 2017

Firenze, 15 Dicembre 2017 – La RSU della Regione Toscana scrive ai parlamentari toscani: “Non si possono scaricare sui lavoratori i costi del riordino istituzionale. Servono risorse dopo l’incorporazione degli ex dipendenti delle province, ma la Camera pare intenzionata a non concederle”. Risorse che “a causa delle decisioni della Commissione Bilancio della Camera rischiano di essere insufficienti per i contratti integrativi dei dipendenti della Regione” sottolineano le Rsu della Regione Toscana nella lettera aperta inviata ai Deputati e Senatori eletti nella regione, oltrechè al Presidente della Giunta Enrico Rossi, al presidente del Consiglio Eugenio Giani e ai Capigruppo in Consiglio Regionale. 

“Giungono da Roma – scrive la RSU – notizie allarmanti dalla Commissione Bilancio della Camera, che sembrerebbe intenzionata ad esprimere parere negativo sugli emendamenti alla Legge di Bilancio, tra cui quelli della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e quelli promossi da FP CGIL, CISL FP, UIL FPL, che prevedono la possibilità per le regioni di aumentare i fondi per la contrattazione decentrata integrativa per il riequilibrio del trattamento accessorio del personale exprovinciale transitato ai sensi della Legge Delrio (l. 56/2014).”
Se così fosse, si spiega nella lettera, “si assisterebbe ad un enorme danno economico per migliaia di dipendenti e ad una vera e propria ingiustizia, in particolare in alcune regioni, tra cui la Toscana.”
La Toscana infatti, con la Legge Regionale 22/2015, attuativa della Delrio, ricordano i sindacati, “ha proceduto ad una operazione di riordino istituzionale di grandi dimensioni sia rispetto alle funzioni che alle unità di personale assorbite, per far fronte all’emergenza occupazionale che la L.56/2014 produceva con l’immissione nel portale della mobilità del 50% del personale allora provinciale. Si tratta di circa 1100 lavoratori provenienti da Province, Città Metropolitana ed Unioni di Comuni, a fronte di una dotazione organica pre-riordino di poco superiore alle 2000 unità.”
Il trattamento economico di questi dipendenti ex-Province è stato finora mantenuto separato “e questo -scrive la RSU- crea una innegabile condizione di disagio e tensione interna dettata dalla sperequazione tra lavoratori dello stesso Ente. Questa situazione potrà essere superata in occasione del prossimo contratto decentrato, ma è necessario che gli emendamenti proposti vengano approvati. Infatti, se non si potrà procedere all’aumento del fondo, questa equiparazione potrà avvenire solo al ribasso, con un costo pesantissimo su tutti i dipendenti regionali.”
“L’operazione di riordino istituzionale, in termini di costo del personale, verrebbe scaricata sulle spalle dei lavoratori, mettendo a rischio la tenuta sociale, il clima organizzativo, la continuità dei servizi, colpendo redditi già ingiustamente penalizzati da anni di blocco contrattuale.”
“Vi chiediamo quindi – conclude la lettera – di intervenire affinché questo pericolo sia scongiurato, e siano approvati gli emendamenti che prevedono la possibilità di aumentare il fondo del salario accessorio, come pure quelli che assicurano la risorse necessarie ai Centri per l’Impiego.”

 

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