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Sardegna. Carta (Cisl): “Nuove politiche per combattere la disgregazione sociale”

Cagliari, 20 gennaio 2018. Evidenti segnali di disgregazione sociale nella regione Sardegna. Si chiamano: mancanza di lavoro, allargamento del fenomeno della povertà e della marginalità sociale, progressivo ed allarmante calo demografico e desertificazione delle nostre comunità dell’interno dell’isola. Il Comitato Esecutivo della Cisl, riunito venerdì 19 gennaio a Paulilatino, ha chiesto interventi perché questo fenomeno sia arginato con ogni mezzo. “In particolare – ha detto il segretario generale, Gavino Carta nella relazione introduttiva – occorre che la Sardegna con le sue Istituzioni più rappresentative a partire dalla Presidenza della Giunta si faccia interprete di una nuova stagione dell’autonomia promuovendo un più forte ed efficace rapporto con lo Stato e con la stessa Unione Europea, declinando inoltre la sua specialità sul versante interno con un diverso disegno dei poteri locali, assecondando un processo di decentramento e promozione della partecipazione delle comunità e delle organizzazioni di rappresentanza e in definitiva degli stessi cittadini sardi”. Il comitato esecutivo ha sottolineato alcuni punti prioritari d’intervento, sui quali promuovere un positivo cambiamento della Sardegna: 1.POLITICHE DEL LAVORO – con la rivendicazione di riforme di terza generazione per puntare sulla qualità del lavoro, sulla formazione e sull’apprendimento continuo, incentivando il lavoro stabile e promuovendo l’accesso all’occupazione per le categorie sociali svantaggiate e tutelando quanti hanno perso il posto di lavoro. 2.SPECIALITA’ E AUTONOMIA – Il sindacato chiede di mettere mano alle riforme istituzionali per riscrivere il nuovo Statuto e rivedere i rapporti con lo Stato, avviando anche la riforma della Regione (maggiore efficienza ed efficacia), dell’Ente intermedio e una nuova ripartizione di funzioni, compiti, poteri e risorse alle autonomie locali e ai territori. 3.POLITICHE SOCIALI E SANITARIE – e dell’inclusione: la Cisl sollecita l’avvio di tutti gli strumenti di programmazione di settore e un vero e proprio piano per combattere le vecchie e le nuove povertà. 4.POLITICHE DELLA FORMAZIONE E DELLA SCUOLA – D maggiori risorse e una nuova legislazione di settore alle politiche per la formazione professionale, la scuola, l’università, la ricerca. 5.RIEQUILIBRIO TERRITORIALE alle aree interne, città, comuni minori, coste nell’ambito di una nuova programmazione dello sviluppo regionale in un progetto di nuova integrazione tra aree, individuando opportunità e strumenti operativi per favorire un vero e proprio sistema regionale. 6.LE POLITICHE PER L’IMPRESA all’insegna della centralità del territorio e di quanti vi operano, proponendo un sistema bancario e creditizio adeguato ai bisogni del sistema economico e delle persone, insieme con il rilancio degli strumenti della programmazione territoriale per accompagnare un nuovo modello di sviluppo eco-sostenibile che valorizzi in primo luogo le produzioni specifiche e caratteristiche dell’Isola. 7.LE INFRASTRUTTURE MATERIALI E IMMATERIALI – utilizzando al meglio l’apporto delle risorse del Quadro Comunitario di Sostegno, e non solo, per imprimere un’accelerazione al superamento di alcuni punti di debolezza e diseconomia delle imprese esistenti, favorendo l’incentivo e nuove localizzazioni: In particolare al cisl cheide di agire sulla questione energetica, dei trasporti interni e della continuità territoriale, della rete telematica, delle Poste e tlc, degli assetti idrici dell’isola. 8.IL DIRITTO ALLA MOBILITA’ – La continuità territoriale e la mobilità interna ed esterna delle persone e delle merci. 9.POLITICHE DELLO SVILUPPO E DI SETTORE – possono essere rilanciate favorendo la ripartenza in grande stile delle attività industriali e manifatturiera, dell’agricoltura e dell’allevamento, la difesa e l’innovazione del tessuto industriale esistente. Inoltre la messa in atto di azioni finalizzate all’equilibrio e la crescita armonica dei vari settori, dello sviluppo del turismo e l’integrazione con l’agroalimentare e altri settori strategici; la tutela dell’ambiente e degli ecosistemi più importanti. 10.LA SARDEGNA E L’EUROPA – Il rapporto con l’Unione Europea e il riconoscimento dell’insularità che rappresenta un altro obiettivo strategico per lo sviluppo

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