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Sardegna. Presentato stamani a Cagliari il progetto “Long Life Welfare”

Cagliari, 26 marzo 2018 – Presentato stamani a Cagliari nel salone Sechi della Cisl il progetto “Long Life Welfare”, attivo in Sardegna grazie al sostegno della Fondazione con il Sud e alla cui realizzazione partecipano anche Anolf (Associazione oltre le frontiere), Anteas ( volontariato aderente alla Cisl) e Idos ( Centro Studi e Ricerche Immigrazione Dossier Statistico), che ha al centro le problematiche di anziani ed immigrati.  La spesa pensionistica sostenuta per gli stranieri che vivono nella regione è molto più bassa di quanto gli extra comunitari versano in contributi per la pensione. Non sono molti gli stranieri beneficiari di prestazioni sociali, previdenziali e assistenziali in Sardegna, ma i registri INPS li segnalano in crescita, soprattutto le donne nell’area pensionistica. In calo, invece, le non comunitarie che hanno usufruito della maternità obbligatoria. La prospettiva di una crescita progressiva di stranieri che matureranno il diritto a prestazioni sociali e previdenziali e il rischio che numerosi immigrati e anziani non siano a conoscenza di tali diritti, sono le problematiche cui il progetto “Long Life Welfare” vuole fare fronte. 

Gli archivi Inps permettono di quantificare l’accesso dei cittadini stranieri a tre grandi ambiti di tutela: gli ammortizzatori sociali; la previdenza pensionistica e assistenziale; l’assistenza sociale.

Ammortizzatori sociali
In Sardegna, i beneficiari complessivi di integrazione salariale ordinaria durante il 2016 sono 4.863, dei quali 27 stranieri non comunitari, tutti uomini, che quindi incidono sui beneficiari totali per lo 0,5% a fronte di un valore che, invece, in Italia è in media dell’11,3%.

I beneficiari di integrazione straordinaria ammontano a 3.914, dei quali appena 11 non comunitari (0,3%). Tra questi, le donne rappresentano il 63,6%. I beneficiari di indennità di mobilità: 6.622 in tutto in Sardegna, di cui soltanto 9 di cittadinanza non comunitaria, quasi tutti uomini. In questo caso, quindi, gli stranieri non comunitari rappresentano appena lo 0,1% dei beneficiari. Nei trattamenti di disoccupazione si rintracciano incidenze percentuali di beneficiari non comunitari in parte più alte: disoccupazione ordinaria non agricola e speciale edile, ASpl, Mini ASpl, NASpl e indennità di disoccupazione agricola. Le prime quattro tipologie di indennità contano 96.425 beneficiari totali, il 2,8% dei quali non comunitari (2.716), un’incidenza circa quattro volte più bassa che nella media italiana (13,4%).

Previdenza pensionistica e assistenziale
I cittadini non comunitari che nel 2016 hanno beneficiato di trattamenti pensionistici Ivs – Invalidità, vecchiaia e superstiti – in Sardegna (escluse le gestioni dell’ex-Inpdap e dell’ex- Enpals) sono 230, dei quali 181 donne (78,7%). La loro incidenza sulla totalità dei beneficiari (320.088) è dello 0,1%: decisamente irrisoria, come del resto a livello nazionale (0,3%). Se confrontato però con i due anni precedenti, il numero di non comunitari beneficiari di questo tipo di pensione risulta in crescita: +11,8% tra il 2014 e il 2015 e +15,6% tra il 2015 e il 2016.

Se invece si considerano le pensioni assistenziali (pensioni sociali, di invalidità civile, indennità di accompagnamento) gli stranieri non comunitari che ne beneficiano in regione sono 619 (il 48,5% dei quali donne) su un totale di 156.118, incidono cioè per lo 0,4% a fronte dell’1,7% rilevato nella media italiana. Anche in questo caso, il peso statistico è molto ridotto, ma risulta in crescita: +24,8% tra il 2014 e il 2015 e +7,8% tra il 2015 e il 2016.

 I trattamenti di assistenza sociale
I congedi parentali in regione hanno riguardato 4.519 persone, 15 delle quali non comunitarie, per il 93,3% donne.

Maternità obbligatoria le beneficiarie di cittadinanza non comunitaria in Sardegna nel 2016 sono 136 su 7.070, incidono cioè per l’1,9%, molto al di sotto della media nazionale (8,6%). Oltretutto, l’andamento degli ultimi anni mostra che le donne non comunitarie beneficiarie in regione di maternità obbligatoria sono in calo: -18,2% tra il 2014 e il 2015 e -2,2% tra il 2015 e il 2016, in linea con la tendenza al decremento registrata in Italia che è stata in media del -5,5% tra il 2014 e il 2015 e del -1,7% tra il 2015 e il 2016.

“ Dobbiamo fornire risposte concrete sulla sicurezza e sulla previdenza sociale – ha detto Gavino Carta, segretario generale della Cisl sarda, in apertura di presentazione del progetto – alle persone con maggiori fragilità, quindi immigrati e anziani, che più di altri hanno difficoltà a interagire con le istituzioni a causa di barriere linguistiche e culturali, con conseguenze negative nell’accesso alle forme di tutela e sostegno a cui hanno diritto”.

www.cislsardegna.it

 

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