Noi diciamo che è necessario ripristinare il canale di uscita più favorevole sia per i lavoratori precoci, sia per i più fragili e per quelli che fanno lavori gravosi usuranti, Non si può stare fino a 67 anni su un’impalcatura a 30 metri di altezza, sotto il sole nei campi o nelle acciaierie. Aspettiamo di leggere il testo definitivo prima di esprimere un giudizio articolato. (…) Apprendiamo che ci sarebbero misure restrittive e rigidità per le uscite pensionistiche con ipotesi di revisione di ape sociale e di flessibilità per le donne. Dovessero entrare in legge di stabilità, sono scelte che registreranno la piena contrarietà della Cisl. ll quadro è molto lacunoso. L’ape sociale andava allargata ad altra categorie, non ristretta o peggio smantellata. Così come va ripristinato lo spirito di opzione donna, recuperando le vecchie condizioni su età e numero dei figli. Chiederemo un incontro a Meloni e daremo battaglia durante l’iter parlamentare. Le norme sulla previdenza vanno cambiate. Non faremo sconti su questo.
La Cisl è pronta a ragionare su una possibile strategia di rapporti unitari di profilo riformista per sfidare il governo e le associazioni imprenditoriali sulla necessità di contrattare un Patto Sociale per mettere in priorità crescita, rilancio degli investimenti pubblici e privati, qualità e quantità dell’occupazione, produttività, riforme e soprattutto interventi forti finalizzati a rilanciare gli interventi a favore della sanità, della scuola, del pubblico impiego. Questa è la nostra posizione. Quindi piena disponibilità se c’è la volontà di ritrovarsi su un cammino di elaborazione unitaria. (… vai all’intervista integrale)