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Agricoltori. Rota (Fai-Cisl): “La PAC andrà migliorata, non peggiorata: la condizionalità sociale non si tocca” 

Pubblicato il 2 Feb, 2024

“Che alcune misure siano da rivedere non c’è dubbio, però il tema di fondo è l’avvicinarsi delle prossime elezioni europee, con cui si vorrebbe mettere mano alla PAC e al Green Deal. Ma la PAC non è semplice burocrazia, è la prima vera politica comunitaria che ha contribuito alle fondamenta dell’Unione europea. A questa sono dedicati quasi 300 miliardi, oltre un terzo dell’intero bilancio comunitario 2023-2027, 4 miliardi l’anno saranno riservati alle imprese di piccole dimensioni, è previsto poi un fondo per alleviare gli shock dei prezzi e le conseguenze delle calamità naturali, e nel 2023 ci risultano erogati 500 milioni di euro alle aziende più colpite dalla crisi. Aggiungiamo che in Italia il Governo ha incrementato da 5 a 8 miliardi le risorse del Pnrr destinate al settore agricolo. Dunque il problema non può essere quello delle risorse, semmai nel chiedere diversi criteri per la loro assegnazione e snellimenti burocratici là dove è possibile”. Lo scrive il Segretario Generale della Fai-Cisl Onofrio Rota in un lungo intervento pubblicato sul quotidiano online Il Sussidiario dal titolo “Le giuste richieste da ascoltare e gli errori dei produttori da evitare”, commentando le proteste degli agricoltori in corso in molte città europee. “Le contestazioni – afferma Rota – vanno veicolate nel solco delle associazioni sindacali e della rappresentatività democratica: buttare giù le statue, incendiare le bandiere, bloccare le strade, o danneggiare le attività di qualche catena di ristorazione, non risolve nulla, anzi danneggia cittadini,  lavoratori e imprese. Se poi l’obiettivo è mettere in contrapposizione agricoltura e ambiente, o sostenibilità sociale e profitti, allora il problema è ben più serio. Perché un’agricoltura virtuosa, capace di garantire cibo e sicurezza alimentare, di produrre ricchezza e redditi dignitosi per i lavoratori, nel rispetto dell’ambiente e delle regole della reciprocità commerciale internazionale, non può essere una chimera, è un obiettivo da realizzare nell’interesse di tutta la collettività. Ecco perché serve un impegno più concreto, da parte di tutti i Paesi membri, anche per la piena attuazione delle regole, compresa la condizionalità sociale, che dopo tanti anni di battaglie è stata inserita nella nuova PAC per evitare che chi non applica i contratti e non rispetta i dipendenti possa usufruire dei fondi pubblici. La PAC, con le sue implicazioni sociali, ambientali ed economiche, andrà migliorata, non peggiorata. Sarebbe assai grave – conclude il leader della Fai-Cisl – se tra le richieste ci fosse anche quella di sospendere la condizionalità sociale, perché allora a mobilitarsi sarebbero i lavoratori e le lavoratrici”.

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