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Agricoltura. Risso (Terra Viva Cisl): “promuovere biodiversità e diversificazione colture. La sostenibilità passa anche attraverso filiere di produzione e distribuzione etiche e trasparenti”

Pubblicato il 20 Ott, 2020

Roma, 20 Ottobre 2020. Si conclude oggi l’incontro di Agrifish, il consiglio europeo agricoltura e pesca in corso a Lussemburgo e impegnato nella discussione relativa alla riforma della PAC post 2020 e sulla strategia “Farm to Fork”. “Sicuramente dall’Europa ci si aspetta una politica molto più green e sostenibile, con indicazioni chiare su interventi mirati a contrastare i cambiamenti climatici, a ridurre l’uso di fitofarmaci, a promuovere la biodiversità e la diversificazione delle colture. – dichiara Claudio Risso presidente di Terra Viva Cisl – Di fatto, le indicazioni che emergono in termini di percentuali e obiettivi da raggiungere, sono poco ambiziose. Soprattutto considerato che la nuova PAC si incardina nel programma della strategia “Farm to Fork – dal campo alla tavola”, che propone tra l’altro l’aumento al 25% a livello europeo della SAU Bio (superficie agricola coltiva a biologico) che attualmente in Italia si attesta al 16% e in Europa all’8%, e la riduzione del 50% dei fitofarmaci. E’ quindi importante sostenere le imprese che concretamente operano scelte in queste direzioni” afferma Risso.

“Bisogna stare molto attenti alle operazioni di “greenwashing”, per non cadere nell’ecologismo di facciata. Tra le proposte sul tavolo, infatti, l’implementazione delle NBT – New Breeding Techniques – e la diffusione dell’agricoltura di precisione. Va considerato, però, che l’azienda media italiana di 11/15 ettari, non ha gli strumenti per fare questo salto tecnologico, nel medio termine. Inoltre, queste scelte portano alla perdita di biodiversità e all’omologazione dei processi di produzione, con relativo indebolimento del plus italiano del Made in Italy.”

Il Presidente Risso si esprime anche sulla proposta EFFAT relativa alla condizionalità sociale dei contributi erogati. “Vorrei considerare l’azienda agricola come l’anello più debole della filiera agroalimentare da un punto di vista contrattuale, ed esposto agli imprevisti (metereologici ad esempio). Se la grande distribuzione decide il prezzo, impone i criteri di qualità, scarta tonnellate di prodotto annullando i margini di guadagno dell’impresa, comprendiamo come il problema vada affrontato da un’ottica più ampia. In questo caso, sosteniamo pienamente la richiesta avanzata dalla Fai Cisl, di riprendere l’esame di legge nazionale sulle aste a doppio ribasso, che devono essere fermamente vietate. Non si discute, infine, la centralità del lavoro e la tutela dei diritti dei lavoratori, punti fermi anche nel manifesto di Terra Viva per le aziende associate e criteri imprescindibili per l’accesso ai fondi.” conclude Claudio Risso.

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