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Agricoltura. Rota (Fai Cisl): “Condizionalità sociale nella Politica agricola comune (Pac), tutela sia i lavoratori che le imprese. Incomprensibili le resistenze”

Pubblicato il 27 Apr, 2021

“Sulla clausola della condizionalità sociale nella futura PAC, Politica agricola comune, riscontriamo ancora incomprensibili resistenze, eppure questo strumento non è un onere burocratico, ma una tutela in più per lavoratori e imprese”.
Lo scrive sulla pagina Facebook della Fai Cisl il Segretario Generale Onofrio Rota.
“Che il trilogo europeo confermi la clausola sulla condizionalità sociale, già approvata dal Parlamento europeo nell’ottobre 2020 – continua Rota – è una necessità che tutto il governo italiano dovrà sostenere nelle prossime tappe del negoziato, a cominciare da quella prevista per il 30 aprile. È bene ricordare che la nostra posizione è ampiamente sostenuta da tutte le sigle sindacali affiliate all’Effat, il sindacato agroalimentare europeo, e da oltre 300 organizzazioni, associazioni ambientaliste e del volontariato, personalità e accademici. In Italia hanno aderito ai nostri appelli anche Cgil, Cisl e Uil, nonché associazioni come Caritas, Slow Food, Symbola, Medici per i diritti umani, Fair Watch – Economia solidale, Terra Viva e molte altre. Non si può parlare di sostenibilità della nuova PAC, se a mancare sono le norme per la sostenibilità sociale. Fare in modo che i finanziamenti non cadano a pioggia, ma siano vincolati al rispetto dei diritti e all’applicazione dei contratti, è una battaglia da condurre anche per la concorrenza leale e la valorizzazione delle imprese sane. Per questo le posizioni contrarie sembrano incomprensibili e

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