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Agroalimentare. Sindacati: “Lavoro distaccato. Concluso progetto europeo con 7 paesi”

Pubblicato il 12 Apr, 2022

Si è svolta a San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia, la conferenza conclusiva del Progetto Europeo “Il lavoro distaccato, una nuova direttiva per una visione comune: lo sviluppo della mobilità”.

Il progetto, che vede capofila la Fai Cisl, ha coinvolto le organizzazioni sindacali della Germania (EVW), Francia (CFE CGC) e Spagna (UGT), la Coldiretti, e ha visto il sostegno dell’EFFAT, OBES (Grecia), Cisl (Italia), Terra Viva (Italia), Ob e NFZGS Podkrepa (Bulgaria), Cettar (Belgio) e Confederdia (Italia).  La direttiva sul lavoro distaccato, è emerso durante i lavori, contribuisce a far sì che i lavoratori europei si considerino meno stranieri tra di loro, e la sua applicazione può essere ulteriormente favorita dalla regolazione della “condizionalità sociale”, clausola già inserita nell’impianto della nuova PAC 2023-2027 e che l’Italia dovrà inserire nel proprio piano nazionale di applicazione.

“Lo strumento del distacco dei lavoratori – ha affermato Onofrio Rota, Segretario Generale Fai Cisl, salutando la delegazione estera presente alla conferenza – consente lo sviluppo della mobilità e rappresenta un’innovazione economica e sociale che dà credito alla nozione stessa di Unione Europea; per questo è importante la sinergia tra sindacati e parti datoriali per approfondire la nuova direttiva europea, studiarne l’applicazione e conoscere le condizioni dei lavoratori distaccati”.

Le due intense giornate di conferenza hanno visto le delegazioni impegnate in un confronto fattivo, reso ancora più profondo dalla partecipazione a una cerimonia interreligiosa organizzata dalla Fai Cisl nel ghetto di Borgo Mezzanone, nel foggiano, in una realtà particolarmente interessata dal fenomeno del caporalato e dello sfruttamento. Un’iniziativa realizzata per denunciare le condizioni di vita di tanti braccianti migranti e richiamare l’attenzione delle istituzioni sia italiane che europee verso migliori politiche di inclusione e integrazione sociale.

“In questi mesi abbiamo presentato la base giuridica della direttiva iniziale e del suo successivo sviluppo, come strumento che permetta la mobilità limitando i rischi di dumping sociale”, ha spiegato Sylvain Lefebvre di Reseau Projectives. “Il lungo confronto – ha aggiunto – ha permesso di sviluppare una diagnosi quantitativa e qualitativa della situazione dei lavoratori distaccati, compresi i lavoratori autonomi, permettendo di affrontare in parte la questione del lavoro illegale  La priorità era richiamare l’attenzione sulle condizioni di assunzione, di lavoro e di retribuzione, e verificare l’applicazione delle norme di protezione sociale, come contributi e prestazioni, fornendo alle organizzazioni datoriali e sindacali gli strumenti per evitare il dumping sociale”.

Ha concluso la conferenza finale il Segretario Nazionale della Fai Cisl Mohamed Saady, con un intervento che ha richiamato i valori dell’inclusività e la necessità di far applicare la direttiva in ogni Paese europeo, per contrastare in maniera sempre più efficace i fenomeni di concorrenza sleale e l’impiego di manodopera a costi inferiori e senza tutele sociali.

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