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Caporalato. Rota (Fai-Cisl): “Al Jazeera conferma le nostre denunce, ma non sia infangata l’alta reputazione del Made in Italy”

Pubblicato il 21 Mar, 2024

“Quanto pubblicato da Al Jazeera sui lavoratori immigrati sfruttati tra le vigne del Barolo non è una novità e conferma quanto denunciamo da tempo, ma non sia strumentalizzato per infangare l’alta reputazione del Made in Italy agroalimentare, che è soprattutto eccellenza e lavoro contrattualizzato”.
Lo afferma il Segretario Generale della Fai-Cisl, Onofrio Rota, commentando l’inchiesta della rete tv Al Jazeera dal titolo “Migrant workers exploited, abused in Italy’s prized fine wine vineyards”.
“Come abbiamo denunciato anche recentemente ai ministri Lollobrigida e Calderone, anche grazie alle segnalazioni del nostro numero verde Sos Caporalato e attraverso la campagna Mai Più Ghetti – afferma il sindacalista – i fenomeni di sfruttamento si annidano non solo nel Mezzogiorno ma in tutti i territori ad alta vocazione agroalimentare coinvolgendo soprattutto i lavoratori stagionali migranti a causa delle inadeguate politiche di accoglienza e inserimento del nostro Paese. Questa news dunque non aggiunge nulla a quello che segnaliamo da anni, e ci auguriamo non abbia come unico scopo quello di colpire le nostre imprese agroalimentari. Ricordiamo però che dai ministri Lollobrigida e Calderone abbiamo ottenuto l’impegno a implementare le ispezioni, perché abbiamo tutti gli strumenti e le banche dati sufficienti, tra Ispettorato, Inps e Forze dell’Ordine, per compiere azioni sempre più mirate ed efficaci in base al reale fabbisogno di manodopera: è un impegno sul quale contiamo molto e per cui rinnoviamo il nostro appello, nella consapevolezza ovviamente che non bastano le strategie repressive ma vanno implementate quelle preventive previste dalla Legge anticaporalato”.
“Gli operai agricoli immigrati – ricorda il leader della Federazione agroalimentare – sono oltre 360 mila su 1 milione, e le nostre proiezioni prevedono quota 500mila entro il 2030: servono strumenti nuovi rispetto alle politiche del click day e degli ingressi quotati dalla politica senza soddisfare mai né la richiesta di manodopera né la domanda di reale inserimento sociale ed economico dei lavoratori stranieri”.

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