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Direttiva green. Pelle(Filca Cisl): “Necessari confronto tra le parti sociali e grande attenzione ai percorsi formativi degli attori del mercato”

Pubblicato il 20 Mar, 2024

“La recente Direttiva sulle Case Green deve indurre forze politiche e operatori a un confronto sui temi della riqualificazione del già costruito. Il testo licenziato, rispetto a quello originario, lascia autonomia ai paesi membri nella gestione degli obiettivi della Direttiva, e abbandona l’idea di una definizione univoca delle classi energetiche. Si tratta di un passaggio fondamentale: da anni sottolineiamo le specificità dell’Italia rispetto al cambio climatico e l’innalzamento delle temperature”. Lo dichiara Enzo Pelle, segretario generale Filca-Cisl nazionale. “Il nostro paese – spiega – si sta già muovendo ammodernando il sistema normativo nell’ottica di una transizione energetica importante basata sulla realtà specifica italiana: la riqualificazione urbana. Sul tema è  in discussione il disegno di legge quadro che, a nostro avviso, si muove proprio verso questa direzione. Una normativa che possa mettere a fattore comune gli sforzi nazionali, tradotti poi sulle necessità regionali, nella riqualificazione del patrimonio costruito. Giova ricordare che l’efficienza energetica negli edifici ha effetti positivi sulla salute, riduce la dipendenza da combustibili fossili e i consumi di energia in bolletta, e abbattere i costi è nell’interesse generale. Per gli edifici di nuova costruzione – sottolinea Pelle – è previsto l’adeguamento antisismico e l’obbligo che il 60% dell’energia sia coperto da rinnovabili. Questo senza contare ulteriori previsioni regionali, anche più stringenti, come quelle adottate in Emilia Romagna e la Lombardia. Un dato deve farci riflettere: la maggior parte del patrimonio immobiliare nazionale è stato eretto prima degli anni ’80, e dunque è necessario adeguarlo alle emissioni di CO2 e alla normativa antisismica. Un’altra considerazione riguarda la necessità di riqualificare i centri storici dei nostri Comuni, vero patrimonio culturale, anche esentandoli dai costi, ma rendendoli attrattivi. Lo si fa tenendo conto delle loro peculiarità, legate ai materiali e alle tecniche costruttive del territorio e al clima stesso. La riqualificazione/rigenerazione, anche energetica, in questo caso avrebbe bisogno di figure specifiche formate in modo mirato a tutti i livelli, e questo riguarda anche la Sovrintendenza. Per rendere possibile una rigenerazione di qualità, dunque, tutti gli attori del mercato dovranno operare per il loro aggiornamento e la loro riqualificazione. Formazione è una parola fondamentale in questo momento, legata ai valori qualitativi di cui si dovrà tenere conto nel momento in cui questa direttiva verrà tradotta in investimenti innovativi di settore privati e pubblici”, conclude il segretario generale della Filca.

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