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Enel. Meazzi (Flaei Cisl): “Forte riduzione del front line tra rete commerciale Enel e i propri clienti”

Pubblicato il 26 Lug, 2018

Roma, 26 luglio 2018. “La riorganizzazione dell’Area Rete e Mercato di Enel prevede, da qui a fine anno, la chiusura della totalità degli sportelli commerciali a disposizione del pubblico e del 30% circa dei Presidi operativi su tutto il territorio nazionale. Si tratta di una radicale trasformazione nel rapporto con i client. Tutti i punti Enel dovrebbero essere chiusi a partire dal 1° gennaio 2019”. Lo rende noto il segretario generale della Flaei-Cisl Carlo Meazzi. Siamo dinnanzi a una forte riduzione del front line tra rete commerciale Enel e i propri clienti, soprattutto quelli delle fasce più fragili, come anziani, famiglie e artigiani, che in altri termini rappresenta la platea di coloro che, per la stragrande maggioranza, fanno riferimento al mercato tutelato dell’energia elettrica. Le attività svolte sul territorio, in ogni regione d’Italia, costituiscono un presidio di efficacia e di intervento utile – sottolinea Carlo Meazzi – in questo modo si persegue così, invece, un modello basato unicamente su una logica di finanziarizzazione che trascura colpevolmente sia il servizio di concessione governativa cui Enel fa riferimento, sia il rapporto con la propria clientela, con ulteriori negative ricadute sul fronte del lavoro, poiché nel migliore dei casi obbligherà centinaia di dipendenti a trasferirsi o dedicarsi ad altre attività su un territorio diversificato. Siamo fortemente contrari – ribadisce Carlo Meazzi – ad una soluzione che marginalizza il ruolo del lavoro, non tiene conto dell’elevato valore sociale che un’azienda come Enel costituisce nel tessuto produttivo italiano, trascurando per di più il fatto che tutti questi servizi sono riconducibili ai ricavi prelevati dalle bollette degli italiani. La trasformazione dei punti Enel in attività imprenditoriali private, allontana sempre più il cittadino cliente dal gestore, complicando la qualità del servizio, istituendo figure commerciali indirette, in grado di generare potenzialmente una più elevata conflittualità tra il cliente finale e l’azienda, come molto spesso accaduto. Il disegno prefigurato da queste iniziative è, quindi, quello di un forte ridimensionamento commerciale di Enel sul mercato italiano – aggiunge Carlo Meazzi – nonché di relazioni industriali difficili e che diventeranno, quasi certamente, di segno conflittuale, basti pensare al confronto sulla copertura delle posizione nelle strutture e degli inquadramenti professionali, alla problematica dei lavoratori somministrati, nonché alle intese sulle assunzioni relative al 2016 e al primo semestre del 2018, che ancora non trovano piena realizzazione. Riteniamo necessaria una forte inversione di tendenza – conclude il segretario generale della Flaei-Cisl – soprattutto per il valore sociale che Enel rappresenta come patrimonio industriale del Paese. Per noi non può venire meno questo cardine attorno al quale si costruisce una moderna etica di impresa, soprattutto quando la strategicità del settore elettrico è destinata ad essere punto di riferimento per l’innovazione tecnologica e la trasformazione del sistema produttivo italiano, con rilevanti conseguenze sulla vita di milioni di cittadini. Riterremmo indispensabile una riflessione dell’azionista/Governo perché Enel sia protagonista del cambiamento per far crescere l’occupazione e il lavoro e non solo per garantire una elevata redditività finanziaria. Senza dimenticare che il patrimonio professionale della società è stato costruito nei decenni con l’apporto decisivo di tutti i lavoratori e il contributo dei cittadini italiani che pagano la bolletta elettrica.

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