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Equo compenso. Zanda (viVace Cisl): “Necessario individuare insieme alle associazioni di rappresentanza i parametri di riferimento su cui costruire il compenso”

Pubblicato il 13 Apr, 2023

“L’introduzione di un equo compenso è stata da tempo caldeggiata da tutte le realtà che rappresentano il mondo del lavoro autonomo. Altresì è necessario individuare insieme alle associazioni di rappresentanza i parametri di riferimento su cui costruire il compenso. Al contrario, la definizione per legge di un compenso minimo correrebbe il rischio di determinare valori eccessivamente calibrati verso il basso, senza considerare l’arduo compito di dover individuare figure professionali omogenee”. Così Daniel Zanda, Presidente della community delle Partite Iva vIVAce aderente alla Cisl, commenta l’approvazione della Legge sull’Equo Compenso per professionisti iscritti ad Ordini e Colleghi e per le aziende che utilizzano professionisti ed abbiano un numero di dipendenti superiore ai 50 o con fatturato superiore a 10 milioni, banche e assicurazioni PA.
“L’allargamento o il restringimento del perimento di applicazione – sottolinea Zanda – inciderà inevitabilmente, secondo un principio di realismo nell’esigibilità della norma,su quanto l’equo compenso debba corrispondere ad un importo puntuale e inderogabile da applicare, o viceversa, un parametro, un criterio di riferimento sulla scorta del quale riconoscere come genuino e professionalmente soddisfacente il rapporto di lavoro con il proprio committente.
Per il Presidente di vIVAce “rimane aperta una importante questione di metodo: come, dove e chi definisce materialmente questo equo compenso? Quali sono i soggetti deputati alla concertazione del valore economico, con quali adeguamenti, con quali tempistiche di aggiornamento? Che livello di negoziazione deve avvenire tra le rappresentanze? Con quali rappresentanze sindacali? Il pericolo che si nasconda la tentazione di introdurre un salario minimo per legge, o il ritorno ad un sistema tariffario è dietro l’angolo”.
“La materia dell’equo compenso è una tematica molto complessa, che necessita grande equilibrio d igiudizio e capacità di lettura dei fenomeni sociali. Ogni soluzione che non intenda misurarsi con queste problematiche – conclude Zanda – rischierebbe di essere non solo parziale, ma soprattutto di non cogliere l’obiettivo che il problema di un giusto compenso per i professionisti pone”.
 
 

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