Sono stati presentati oggi, presso Palazzo Montereale Mantica, sede della Camera di Commercio di Pordenone, i dati più significativi emersi dal Dossier Statistico sull’Immigrazione, realizzato dal centro studi e ricerche IDOS. Obiettivo della giornata, conclusa dal Segretario Generale Fai Cisl nazionale Onofrio Rota, è di conoscere il fenomeno migratorio in modo approfondito e diffondere una visione dell’immigrazione il più possibile aderente alla realtà e scevra da pregiudizi.
Alla presentazione sono intervenuti il Segretario Generale Fai Cisl Friuli Venezia Giulia Stefano Gobbo, sono poi seguiti gli interventi di Luca di Sciullo Presidente del Centro Studi e Ricerche IDOS, Maria Ilena Rocha, Presidente nazionale ANOLF, del ricercatore esperto di immigrazione Paolo Attanasio e le testimonianze di lavoratori e imprenditori agricoli. A concludere l’evento il Segretario Generale Fai Cisl nazionale, Onofrio Rota.
In Friuli Venezia Giulia nel 2022 i residenti con cittadinanza straniera si sono attestati su circa 115.585 unità, dato in crescita del 2,2% rispetto al consolidato dell’anno precedente, su una popolazione complessiva di poco inferiore al 1.200.000. Su 15.000 occupati a tempo determinato, nel 2017, le nazionalità straniere prevalenti erano Romania (2.311), Slovenia (797) e Albania (531), mentre nel 2022 al primo posto c’è quella Pakistana che dai 76 lavoratori del 2017 è passata ai 1.577. In crescita anche quella Indiana, praticamente raddoppiata (da 239 a 537) e quella del Bangladesh da 32 a 290. Un altro dato che conferma queste nuove forme di immigrazione ed è rilevante da evidenziare per il settore agricolo, si riferisce alle partite iva aperte per servizi connessi all’agricoltura, ovvero aziende senza terra, su un complessivo di 190 nuove attività avviate tra l’anno 2021 e 2022, 154 sono intestate ad immigrati, di queste 64 di etnia Pakistana.
“È urgente promuovere quelle politiche necessarie, anche nella nostra Regione, per concretizzare percorsi di inclusione e integrazione di questi nuove forme migratorie, non vedendole come una emergenza o un pericolo da cui difendersi, ma come una risorsa con cui collaborare – ha sottolineato il Segretario Generale Fai-Cisl Friuli Venezia Giulia Stefano Gobbo – Come Federazione cerchiamo di farlo anche attraverso i progetti “FAMI” e ci auguriamo “Common Ground”, assieme all’Anolf, ma con un unico obiettivo l’inclusione e integrazione attraverso formazione, per contrastare tutte quelle forme di distorsione del mercato del lavoro, in particolare nel settore agricolo che noi rappresentiamo”
“È sui territori che si gioca la riuscita delle politiche di integrazione e dove conoscenza e azione devono essere promosse insieme, per combattere sfruttamento e segregazione lavorativa dei lavoratori immigrati e per costruire maggiore equità e giustizia sociale. – sono le parole di Luca Di Sciullo Presidente Centro Studi IDOS – È questo il senso della solida e fruttuosa collaborazione tra Idos e Fai Cisl, imperniata sull’annuale Dossier Statistico Immigrazione, che mira a diffondere in maniera strategica e mirata uno strumento conoscitivo a sostegno di una visione lungimirante e di un più consapevole ed efficace impegno”.
“La nostra collaborazione con la Fai Cisl, così come con le altre federazioni cisline, è strategica per far emergere situazioni di irregolarità, di illegalità ma anche di potenzialità dei lavoratori immigrati nel nostro Paese – spiega Maria Ilena Rocha Presidente nazionale ANOLF – Importante lavorare su formazione, informazione e semplificazione per facilitare l’accesso al mondo del lavoro e l’inclusione. Una parola sul famoso “click-day” per il decreto flussi: credo che dovrebbe essere attivo tutto l’anno e non solo in specifiche giornate, per permettere una maggiore adesione e più possibilità di riuscita”.
La conferenza è seguita con l’intervento del ricercatore Paolo Attanasio che ha fornito dati analitici per ogni provincia e le testimonianze di Tobia Anese, Presidente della cooperativa “Piccolo Principe” di Pordenone, che collabora con la Fai Cisl per inserimenti lavorativi e di Dhillon Bogotà Singh, lavoratore di origini indiane, da oltre venti anni in Italia, dipendente nel Gruppo Veronesi.
Ha concluso i lavori il Segretario Generale Fai Cisl nazionale Onofrio Rota: “Quello che stiamo vivendo è un periodo storico molto complesso a livello geopolitico, economico e sociale. I lavoratori immigrati in agricoltura sono oltre 360 mila su 1 milione, e le prospettive sono di 500mila entro il 2030. La sfida – prosegue Rota – è progettare e realizzare nuove forme di tutela e partecipazione e incalzare Governo e Parlamento per una gestione diversa del fenomeno migratorio, come abbiamo ribadito qualche giorno fa ai Ministri Lollobrigida e Calderone nell’incontro che abbiamo avuto lunedì. Di caporalato si muore, lo abbiamo visto pochi giorni fa a Paternò dove un bracciante marocchino di 26 anni è stato massacrato di botte dal suo caporale. Per questo rilanciamo, anche sul territorio, il nostro numero verde 800.199.100 dove segnalare ogni forma di sfruttamento e illegalità”.