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Maserati. Bentivogli e Apetino (Fim Cisl): “Partono i nuovi modelli, buone notizie per i lavoratori di Torino, Cassino e Modena, anche il Governo si muova”

Pubblicato il 14 Feb, 2020

Roma, 14 febbraio 2020 – Oggi sono stati annunciati i piani di sviluppo e produzione elettrificata della gamma prodotti, che Maserati svilupperà e produrrà in Italia con diversi sistemi di propulsione elettrica e ibrida. I primi modelli ad iniziare la produzione saranno il Maserati Gran Turismo e Gran Cabrio nel polo produttivo di Mirafiori ( Torino ), con un investimento di circa 800 milioni di euro.
Sia la Gran Turismo che la Gran Cabrio, saranno le prime vetture ad essere prodotte full electric.
In arrivo anche un nuovo suv Maserati presso lo stabilimento F.C.A. Cassino che assieme alla produzione di Alfa Romeo Giulia e Stelvio, aumenterà la capacità produttiva del sito di Piedimonte S. Germano. I lavori prenderanno al via entro il 2020 con un investimento di circa 800 milioni.
Novità importante anche per lo stabilimento Maserati di Modena, dove sarà prodotta la nuova Super sportiva del Tridente della quale sarà disponibile anche la variante elettrica.
La notizia di oggi conferma quanto annunciato dal CEO Pietro Gorlier nel corso dell’incontro con le organizzazioni sindacali tenutosi il 20 Dicembre 2019 a Torino.
Una notizia positiva importante per i lavoratori di Mirafiori, Modena e Cassino, e per tutte le aziende dell’indotto collegate ad FCA; notizia che getta le basi per un futuro industriale occupazionale più solido dopo i tanti mesi di ammortizzatori sociali.
È necessario che gli investimenti sul settore auto da parte di FCA, siano accompagnati altrettanto da politiche da parte del Governo Nazionale che favoriscano lo sviluppo industriale del settore auto verso l’elettrificazione.
È fondamentale che il Governo italiano accompagni la fase della transizione verso ibrido ed elettrico con un piano di investimenti pubblico sulla rete e le infrastrutture, altrimenti si rischia il collasso delle aziende legate al settore. Senza una visione e una politica industriale, la transizione vedrà solo una riduzione dell’occupazione perché incapaci di intercettare sulle nuove occasioni industriali nell’ecosistema della nuova mobilità su cui si sta rapidamente muovendo tutto il mondo.

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