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Medici. Sanità, Papotto (Cisl Medici) risponde alle affermazioni del Ministro sullo stato del SNN

Pubblicato il 11 Apr, 2019

Roma, 11 aprile 2019 – “Siamo del tutto concordi nell’asseverare la sua disamina della situazione della sanità italiana:
1) è necessario recuperare il tempo perduto;
2) le scelte politiche degli anni (decenni?) passati si sono rivelate – per usare un eufemismo – poco lungimiranti;
3) si è fotografata una situazione in modo non corretto e purtroppo la si è aggravata con decisioni e politiche non adeguate.
Tutto vero, tutto peraltro visibile e constatabile nel disastrato SSN attuale.
E allora? Come si rimedia a tutto questo?
Semplice: la colpa è della eccessiva presenza sindacale.
Cerchiamo di capirci… La dichiarazione del ministro (se non è da Lei stessa smentita) parla di una “bellissima realtà associativa”. Nel nostro personalissimo e forse un po’ datato vocabolario la parola “bellissima” denota apprezzamento. Immediatamente dopo ti dice “troppi interlocutori”. E anche qui ci viene in soccorso il vocabolario, perché il termine “troppi” dichiara un fastidio, un giudizio negativo derivante dal numero. Ergo: non dalla reale consistenza, non dalla capacità propositiva, non dalla bontà e fondatezza del loro contributo. No. Sono troppi. Punto.
E allora, Sig. Ministro?
Da che mondo è mondo… la pluralità significa – come minimo – un numero maggiore di idee, un contributo più completo e variegato alla individuazione dei problemi e alla ricerca delle soluzioni.
Al di là del nostro numero… noi la risposta l’abbiamo tratteggiata da tempo. Cambi la legge, proponga modifiche strutturali valide e tali da assicurare un pieno recupero di agibilità della sanità pubblica. A quel punto saremo TUTTI, convintamente, accanto a Lei.
Ma – per favore – non pensi a lasciare autonomia anche in questo alle singole regioni. Le è chiaro (vero?) che in questo modo si avrebbe il caos totale? Ferma restando la buona fede di ciascuna regione…si avrebbero situazioni diverse da territorio a territorio. E non è “deregulation”. E’ caos.
Deterministico, se vogliamo essere scientificamente precisi.
Però in una cosa siamo d’accordo con Lei, Sig. Ministro… Se una cosa va bene ad una parte, poi non va bene all’altra. Siamo d’accordo. Si chiama “democrazia”.
Anche se onestamente sembra più una riflessione sui complicati rapporti interni alla maggioranza del Suo governo…”

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