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Metalmeccanici. Furlan e Bentivogli (Fim Cisl): “Investire su conoscenza e ripartire dalla formazione”

Pubblicato il 7 Set, 2018

Roma, 7 settembre 2018. La Fim Cisl oggi ha festeggiato i 35 anni del “Romitorio” di Amelia, la scuola di Formazione per quadri e dirigenti della Fim voluta negli anni ’80 dall’allora  gruppo dirigente  per ridefinire l’identità della Fim nella fase di chiusura dell’esperienza unitaria nel sindacato metalmeccanico (FLM). Il Romitorio in questi 35 anni ha visto passare tutti i dirigenti della Fim Cisl impegnati ciascuno in un corso di formazione della durata di un anno. Tanti gli studiosi, intellettuali, ricercatori, che in questi 35 anni hanno offerto autorevoli contributi alla scuola Fim: da Federico Caffè e Fausto Vicarelli, a Beniamino Placido, Goffredo Fofi, Ermanno Rea, Vittorio Foa, Angelo Righetti e molti altri. Nella tre giorni di studio dell’esecutivo nazionale, organizzata dal 5 al 7 settembre, sono intervenuti tra gli altri Ugo Morelli docente di scienze cognitive all’Università di Bergamo, Francesco Cancellato direttore dell’Linkiesta, l’on. Antonio Palmieri esperto di comunicazione digitale e l’ex-premier Paolo Gentiloni.   Il segretario generale della Fim Cisl Marco Bentivogli, ha ricordato come la Fim da sempre ha investito nella formazione dei quadri dirigenti convinta che ciò rappresenta una ricchezza per il paese e non solo per il sindacato: “specie in questo momento di orizzonti corti – ha commentato Bentivogli – ripartire dalla formazione di quadri e persone è un elemento strategico e fondamentale per la tenuta della nostra democrazia”. Ha concluso i lavori la Segretaria Generale della Cisl Annamaria Furlan che parlando dell’attualità politica ha detto: “Senza crescita non c’è lavoro. Di questo la politica parla poco e niente. La legge finanziaria deve puntare in primo luogo su questo aspetto e noi incalzeremo nelle prossime settimane il Governo con le nostre iniziative e le nostre proposte. Tre sono i fattori su cui bisogna puntare per stimolare la crescita: maggiori investimenti in infrastrutture, innovazione, ricerca; una politica fiscale che distribuisca in maniera più equa la ricchezza; una distribuzione della conoscenza perché la competitività del paese dipenderà da un grande investimento in formazione e competenza. Dobbiamo ripartire da questi valori. E chi meglio della Cisl lo può fare forte della sua storia  e della sua autonomia”.

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