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Metalmeccanici. Whirlpool non si presenta all’ incontro convocato da Giorgetti e Orlando. Fim Cisl: “Azienda irrispettosa del governo italiano e dei lavoratori. La Finanza non può calpestare il futuro occupazionale di 5000 lavoratori”

Pubblicato il 28 Set, 2022

“La Whirlpool non si è presentata oggi al tavolo ministeriale convocato dai Ministri Giorgetti e Orlando e ha inviato una nota in cui annuncia che potrà sedersi al tavolo solo dopo il 21 ottobre dopo aver dato comunicazione alla borsa americana. Il comportamento della multinazionale americana è molto grave, l’assenza all’incontro odierno in cui doveva chiarire il posizionamento della multinazionale in Europa e in Italia, rispetto all’annuncio di una possibile dismissione delle attività in Europa, è irrispettosa delle istituzioni italiane e dei 5000 dipendenti che lavorano nel nostro Paese”. A dichiararlo il Segretario nazionale Fim Cisl Massimiliano Nobis.

“E’ inaccettabile -prosegue la nota- che le notizie sulle strategie industriali e occupazionali saranno rese note al governo italiano solo dopo che quest’ultima, avrà dato comunicazione in borsa.  La chiusura al dialogo e al confronto partecipativo ripropone il comportamento avuto da Wartsila, dopo aver annunciato il licenziamento dei 451 dipendenti.

Ora ci aspettiamo che ci sia una reazione è una presa di posizione forte per il mantenimento occupazionale di Whirlpool in Italia da parte del Governo, se necessario  anche attraverso i canali diplomatici con gli Stati Uniti a cui però, dovrà contemporaneamente conseguire da parte delle istituzioni e  comunità locali una presa di posizione forte, come avvenuto a Trieste per la Wartsila, con la manifestazione di 15.000 persone in rappresentanza della società civile e del mondo imprenditoriale, che ci ha permesso migliorare la legge anti-delocalizzazioni come avviene in tutta Europa.

“Dobbiamo reagire coralmente a questo continuo stillicidio da parte delle multinazionali e gruppi esteri che stanno depauperando con delocalizzazioni e chiusure, intere filiere produttive del nostro Paese, indifferenti e irrispettose non solo delle richieste delle organizzazioni sindacali ma anche del governo”. Conclude Nobis.

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