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Rider. Fit Cisl: Sono ancora senza tutele

Pubblicato il 3 Nov, 2020

Roma, 3 novembre 2020 – “Gli effetti della pandemia stanno determinando un forte incremento del cibo consegnato a domicilio e i rider, categoria di lavoratori che danno di fatto esecuzione a un contratto di trasporto stipulato fra il produttore e il consumatore finale al momento dell’ordinazione, sono in continuo aumento. Tuttavia, queste lavoratrici e questi lavoratori costituiscono, dal punto di vista delle tutele lavorative, l’anello debole della catena in quanto sono ancora in attesa di un contratto collettivo nazionale di lavoro che regoli le loro prestazioni in maniera coerente all’impiego. Sul tema la posizione di indisponibilità al confronto da parte di Assodelivery è inaccettabile e non più sostenibile”. Lo dichiara la Fit-Cisl in merito alla mancata convocazione da parte dell’associazione datoriale a seguito della richiesta inviata circa un anno fa, il 22 novembre 2019 per la precisione, con la quale si chiedeva un incontro in merito per affrontare e risolvere la questione.
“In questo momento – prosegue la Federazione dei trasporti cislina – più di 10mila lavoratori che stanno effettuando consegne di cibo in giro per le nostre città sono pagati una miseria, perché i 10 euro lordi non corrispondono neppure a un’ora di lavoro ma alla somma dei tempi che la piattaforma ha stabilito unilateralmente per ogni consegna. In altre parole anche dietro i 10 euro lordi all’ora c’è un calcolo insindacabile del datore di lavoro. Inoltre al momento i rider non hanno protezioni adeguate in caso di malattia, anche professionale, infortuni e quant’altro: è una situazione insopportabile in un Paese membro del G7 come è l’Italia. Sottolineiamo che esiste già il contratto collettivo nazionale più adeguato a conciliare le tutele ai lavoratori e che prevede, al tempo stesso, anche tutte le risposte per le esigenze di flessibilità delle aziende: è quello della Logistica, Trasporto merci e Spedizione. Se continuerà così, anche e soprattutto alla luce dei fatti che si sono verificati recentemente, inevitabilmente metteremo in campo tutte le iniziative a tutela della salute, dei diritti e degli interessi legittimi dei rider, comprese quelle giudiziarie, atteso che ci risulta che a queste lavoratrici e a questi lavoratori non vengono applicate tutte le previsioni del protocollo sulla sicurezza sottoscritto il 20 marzo 2020 presso il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture poi diventato allegato 8 del Dpcm 24 aprile 2020 ”.

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