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Terziario. Commercio mondiale e sfide globali, a Sidney la riunione del Comitato Esecutivo Uni Commerce Global Union

Pubblicato il 28 Feb, 2019

Roma, 28 febbraio 2019 – Prosegue la crescita dell’economia globale ma si indeboliscono le prospettive per il commercio mondiale. Sull’espansione dell’attività economica internazionale gravano numerosi fattori di rischio: le ripercussioni di un esito negativo del negoziato commerciale tra Stati Uniti e Cina, il riacutizzarsi delle tensioni finanziarie nei paesi emergenti, le modalità con le quali si concluderà la Brexit, il processo di uscita del Regno Unito dall’Unione europea. Lo scenario globale è stato analizzato a Sydney in Australia dal Comitato Esecutivo di Uni Global Commerce, il sindacato mondiale del settore commercio affiliato ad Uni Global Union, il sindacato internazionale dei servizi con oltre 20milioni di iscritti al quale aderisce convintamente anche la Fist Cisl, la Federazione dei Sindacati del Terziario della Cisl.

L’assise ha analizzato gli effetti del deciso contenimento delle previsioni di incremento delle vendite al dettaglio ed il loro riflesso sui livelli occupazionali delle multinazionali presenti in tutto il mondo. Si assiste ad una progressiva sofferenza del mercato al dettaglio a fronte di un sostanziale consolidamento del settore degli ipermercati gestito dalle multinazionali. La forte concorrenza, la modifica delle preferenze dei consumatori, la sfida dell’e-commerce e le difficoltà di realizzazione di una crescita organica stanno inoltre spingendo molti operatori a valutare e ristrutturare il portafoglio di punti vendita e a prendere in considerazione alternative strategiche, comprese fusioni ed acquisizioni per ottimizzare l’impiego di capitale e la compressione del costo del lavoro, operazioni che a livello mondiale hanno registrato nel 2017 un valore complessivo pari a 132 miliardi di dollari, con un aumento di circa il 90% rispetto all’anno precedente.
Alla luce di queste tendenze anche il sindacato globale si trova di fronte a sfide epocali, comuni a molti Paesi, in termini di rapporti contrattuali con le aziende, la retribuzione, l’orario e le condizioni di lavoro e l’impatto della tecnologia. L’ampia diffusione del lavoro a tempo parziale, soprattutto involontario, dei contratti di lavoro atipici, salari bassi e il maggior carico di lavoro assieme a norme di salute e sicurezza scadenti sono le principali difficoltà per la maggior parte dei lavoratori del settore, esposti alle logiche di una concorrenza spietata che determina una bassa inflazione e la stagnazione delle retribuzioni.
Uni Commerce Global Union ritiene sia necessario dare una risposta a livello mondiale e avere un coordinamento tra i sindacati affiliati che organizzano i lavoratori del settore. Da qui la necessità di dare vita ad una nuova Alliance capace di avviare un dialogo con le multinazionali e di definire una contrattazione transnazionale efficace che abbia lo scopo di garantire condizioni di lavoro accettabili e il rispetto dei diritti dei lavoratori oltre a salari adeguati per i milioni di lavoratrici e lavoratori del commercio al dettaglio, dei supermercati e degli ipermercati ma anche dei discount, dei punti vendita rionali, dei negozi di generi alimentari con franchigia e dei grossisti.
Per il segretario generale della Fist Cisl Pierangelo Raineri intervenuto alla kermesse australiana «Uni Commerce Global Union dovrà avere la capacità di rafforzare l’azione sindacale globale anche nel commercio elettronico attraverso la definizione di accordi con Amazon e con gli altri player del settore per tutelare in misura crescente i lavoratori di un comparto che nei prossimi anni gestirà oltre il 40% del commercio mondiale». Il sindacalista, che ha illustrato i contenuti della contrattazione nazionale di settore esistente in Italia nel commercio al dettaglio e siglata lo scorso anno con l’associazione imprenditoriale della grande distribuzione organizzata e più recentemente con le associazioni imprenditoriali della distribuzione cooperativa, ha in particolare sottolineato «il ruolo fondamentale dei percorsi di formazione professionale continua da assicurare attraverso la contrattazione, del life-long learning, dell’apprendimento lungo tutto l’arco della vita che consentirà di acquisire abilità, capacità e competenze e quindi l’occupabilità dei lavoratori».
Il futuro del lavoro sarà anche uno dei temi principali della conferenza mondiale dell’Ilo, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, una delle più antiche organizzazioni internazionali attive e rilevanti oggi, in occasione della celebrazione del 100 ° anniversario dalla fondazione che si svolgerà a Ginevra dal 10 al 21 giugno 2019. L’Ilo, al fine di comprendere e rispondere efficacemente ai cambiamenti del mondo del lavoro e far avanzare l’obiettivo della giustizia sociale, ha dato impulso ad un’iniziativa rivolta universalmente a tutti i costituenti dell’Ilo ma anche al mondo accademico e agli altri attori coinvolti nei processi dei grandi cambiamenti, tecnologico e climatico in primis, che minacciano di esacerbare le attuali sfide globali nel mondo dove 300 milioni di lavoratori sono in una condizione di povertà, 190 milioni sono i disoccupati e dove crescono disuguaglianze, mancano meccanismi di protezione sociale in un sistema di schiavitù moderna, gli orari di lavoro sono eccessivi, aumentano le morti sul lavoro, le malattie professionali e gli infortuni e milioni di persone non sono ancora connesse a Internet escluse dall’enorme potenziale della digitalizzazione.
La conferenza 2019 svilupperà un documento finale che diventerà la dichiarazione dell’Ilo per gli anni a venire; centrale l’investimento nelle capacità umane incluso il diritto universale alla formazione permanente; il sostegno ai lavoratori in situazioni di transizione, anche in relazione ai cambiamenti climatici e alle nuove tecnologie oltre ad un’agenda ad hoc per l’uguaglianza di genere, compresi i servizi di assistenza pubblica e la protezione sociale universale. Il lavoro sostenibile e dignitoso dovrà divenire una priorità per tutti i Governi del mondo che dovranno incentivare la creazione dei posti di lavoro, economie rurali ed infrastrutture digitali ma supportare lo sviluppo di un sistema di governance internazionale e standard per le piattaforme digitali del lavoro e per governare l’uso dei dati e la responsabilità algoritmica nel mondo del lavoro. Obiettivo finale la realizzazione di un contratto sociale globale basato sul rispetto dei diritti dei lavoratori, sul riconoscimento della libertà di associazione e di contrattazione, sulla parità di genere e sulla protezione universale.

 

Ufficio Stampa FIST CISL Nazionale

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