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Terziario. Guarini (Fisascat Cisl): “Coop Alleanza 3.0. Il lavoro del futuro passerà sempre più per soluzioni non standard”

Pubblicato il 13 Gen, 2021

Roma, 13 gennaio 2021 – Il lavoro agile è realtà per i circa mille dipendenti amministrativi di Coop Alleanza 3.0, la più grande cooperativa di consumatori d’Europa con oltre 2,3 milioni di soci, più di 400 punti vendita in 11 regioni d’Italia e circa 22mila dipendenti. L’opportunità sulla nuova modalità di svolgimento della prestazione è stata introdotta, in fase sperimentale, in virtù di un accordo siglato dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e i vertici aziendali e sarà operativa dal 1° febbraio 2021 fino al 31 gennaio 2022.

I lavoratori e le lavoratrici che su base volontaria e facoltativa faranno ricorso al lavoro agile – finalizzato ad incrementare la competitività ed agevolare la conciliazione dei tempi a di vita e di lavoro – continueranno a far riferimento all’orario orario contrattuale in essere, anche al fine di dare al dipendente la massima possibilità di organizzarsi autonomamente la prestazione senza dover sottostare a regole assolute, eccezion fatta per i limiti di durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale derivanti dalla legge e dalla contrattazione collettiva. Le giornate di lavoro agile saranno utili al fine del riconoscimento di buoni pasto e/o di servizi sostitutivi di mensa e saranno considerate alla stregua del lavoro in presenza per quanto riguarda l’utilizzo di casuali di assenze ad ore.
Il dipendente, al netto di eventuali deroghe stabilite dalla Legge per far fronte all’emergenza sanitaria connessa alla pandemia da Covid-19, potrà svolgere la propria attività al di fuori della sede abituale di lavoro da un minimo di due a un massimo di quattro giorni.
La programmazione del lavoro agile avverrà per giornate intere e la prestazione potrà esplicarsi nel luogo liberamente scelto dal lavoratore, purché tale luogo prescelto risponda ai criteri di sicurezza e riservatezza; peraltro, il dipendente non è tenuto a dare notizia all’azienda del luogo da lui stabilito, se non nel caso in cui la scelta dovesse ricadere sulle sedi della cooperativa.
Nell’intesa si è condiviso l’obiettivo di approntare uno specifico piano formativo per il personale interessato come pure si è convenuto sull’attivazione di un monitoraggio sulla casistica e sulla gestione di eventuali infortuni, nonché su altri aspetti collaterali alla introduzione massiva del lavoro agile, come l’andamento della produttività, della redditività, dell’efficienza e le ricadute sui servizi in appalto nelle sedi amministrative, con particolare attenzione agli effetti sull’occupazione.
L’accordo, che contempla il diritto di recesso ai sensi delle disposizioni normative vigenti, regola anche il tema del diritto alla disconnessione ed alle pause durante la giornata, arrivando anche a sancire, tra le altre cose, che, oltre le 18.00 per gli impiegati e dopo le 20.00 per i quadri e direttivi, si dovrà cessare la prestazione.
«Per la Fisascat – sottolinea il segretario nazionale della categoria cislina Vincenzo Dell’Orefice – la portata dell’accordo è molto significativa non solo perché vede interessati un numero considerevole di dipendenti della più grande cooperativa di consumo nel nostro Paese, ma anche e soprattutto perché l’azienda non sarebbe tenuta a pattuire i sindacati le modalità di attivazione e di espletamento del lavoro agile, come non sarebbe obbligata ad estendere taluni istituti contrattuali a contenuto economico applicati al lavoro in presenza anche a chi opera in smart working».
Per il segretario generale Davide Guarini «il lavoro del futuro passerà sempre di più per soluzioni non standard di questo tipo e il sindacato ha dimostrato concretamente di poter svolgere il proprio ruolo di rappresentanza e di tutela e promozione degli interessi dei lavoratori che opteranno tale modalità operativa della prestazione».

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