Terziario. Tavola rotonda al XX congresso nazionale Fisascat Cisl: “Turismo e servizi, prospettive di ripartenza”

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Nel corso della seconda giornata del XX Congresso della Fisascat Cisl si è tenuta la Tavola Rotonda sul tema “Terziario, Turismo e Servizi: dalla resilienza alla ripartenza”. L’incontro, moderato da Sonia Martinadi Radio Radicale, si è svolto alla presenza dei relatori Donatella Prampolini, vice presidente Confcommercio, Giorgio Palmucci, presidente ENIT, Mario Baldassarri, presidente Centro Studi Economia Reale, Massimo Stronati, Presidente Confcooperative Lavoro e Servizi, Padre Francesco Ciccimarra, presidente nazionale Agidae, Andrea Cuccello, segretario conferderale Cisl.
A introdurre l’argomento il segretario generale Fisascat Cisl Davide Guarini, che ha affermato la necessità di ragionare in termini di “resilienza” rispetto alla preoccupante crisi economica, sottolineando l’importanza non solo del risvolto economico, ma anche di quello sociale. A conclusione dell’intervento il segretario generale di Fisascat ha dichiarato che «il Paese deve avere la capacità di crescere in maniera interconnessa tra Nord e Sud e tra i vari settori».
L’intervento d’apertura della tavola rotonda è spettato a Mario Baldassarri, il quale ha posto la questione dell’impatto del conflitto in Ucraina sulle previsioni di crescita per il 2022. La guerra e la conseguente crisi energetica è infatti intervenuta drasticamente sulla ripresa post-pandemica in atto: la crescita per il 2022 si preannuncia inferiore al 2% rispetto al 4,2% previsto ad ottobre 2021, mentre l’inflazione è attesa al 6%, rispetto all’1,6% e la disoccupazione sopra il 9% invece del 9,2%. È allora verosimile, per Baldassarri, che il recupero delle condizioni pre-covid non potrà avvenire nell’anno in corso, slittando invece a metà 2023. «Per evitare la brusca frenata – ha sostenuto il presidente del Centro Studi Economia Reale – occorre dare immediatamente un sostegno di 40 miliardi di euro a famiglie e imprese, trovando le risorse nei 900 miliardi di spesa pubblica che contengono 50 miliardi di sprechi e malversazioni e 80 miliardi di tax expenditure».
Le riflessioni di Baldassarri sono state subito riprese da Donatella Prampolini, per la quale «la spending review non è la soluzione, perché la coperta è corta ed è necessario avere più risorse». E ancora. «Siamo di fronte ad una progressiva terziarizzazione dell’economia – ha sottolineato – servono soluzioni adeguate per affrontare i nuovi scenari, a cominciare dallo scostamento di Bilancio».
A farle eco Andrea Cuccello, che ha espresso dubbi sulla opportunità di effettuare un taglio alla spesa e ha evidenziato un discreto ottimismo sul futuro, sottolineando quanto sia importante lo spostamento della discussione da un livello nazionale a uno prettamente europeo. «È necessario ripensare le politiche energetiche effettuate fino a oggi in italia», ha chiosato Cuccello evidenziando «la necessità di un Recovery Plan europeo». Il segretario confederale ha posto poi l’accento sul ruolo delle Parti Sociali «nel rinnovo dei contratti nazionali per sostenere il potere di acquisto dei salari»
Ciccimarra ha poi introdotto un altro tema fondamentale del dibattito, quello del sociale, affermando come proprio la crisi energetica sia da associare inevitabilmente al problema sociale, con un esplicito riferimento alle strutture per l’assistenza agli anziani e ai disabili che rischiano di non supportare l’aumento eccessivo dei prezzi delle bollette. «Occorre dare stabilità alla tenuta del Paese. Non ci possiamo fermare nell’aiuto ai più bisognosi».
È stato in seguito Palmucci a riportare il discorso sulle enormi ricadute che la guerra in Europa avrà sui settori già provati dall’emergenza sanitaria, tra cui spicca un comparto strategico come il turismo: per Palmucci è fondamentale che siano ben utilizzate le risorse messe a disposizione del PNRR affinché il turismo possa fungere da volano per l’economia. Il richiamo anche alla «destagionalizzazione» del comparto considerate «le potenzialità dell’offerta turistica italiana».
Massimo Stronati ha posto l’accento sulla necessità di riportare al centro il lavoro nel settore dei servizi che vale l’11% del Pil nazionale. «Se vogliamo essere ottimisti – ha spiegato – dobbiamo investire di più sul lavoro, ci vuole un nuovo umanesimo del lavoro, perché la leva del lavoro è una leva possibilista». E ancora, sul tema appalti, ha sottolineato che nel settore «il lavoro è parcellizzato» e che, se davvero si vogliono superare le criticità occorre intervenire «sulla revisione dei prezzi e sulla riqualificazione delle stazioni appaltanti» come anche occorre «stralciare il massimo ribasso e prevedere la celerità della presentazione dei bandi per l’aggiudicazione delle gare di appalto».

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