Campania. Lavoro, Bruno Ferraro confermato alla guida della Fai Cisl regionale

Si è svolto a Caserta il settimo congresso della Fai Cisl Campania, federazione che in regione conta oltre 22 mila iscritti tra lavoratori agricoli, dell’industria alimentare, delle foreste, della pesca, del tabacco e della bonifica. L’assemblea, dal titolo “RiGenerazione: persona, lavoro, ambiente”, ha confermato all’unanimità Bruno Ferraro Segretario generale; al suo fianco nella segreteria regionale sono stati eletti Maria Giovanna Incudine e Aniello Garone.
L’agroalimentare campano, è emerso dai lavori congressuali, con oltre 61 mila imprese attive rappresenta il 12,5% delle aziende della regione. L’export alimentare regionale vale 2,7 miliardi di euro, l’8% di quello nazionale, ed è cresciuto in modo costante negli ultimi anni. Settore trainante, l’industria conserviera, con 3 mila lavoratori stabili e 12 mila stagionali. In agricoltura lavorano 105 mila addetti, il 6% della forza lavoro, mentre nell’industria di trasformazione alimentare trovano occupazione 31 mila addetti concentrati per oltre il 70% nelle produzioni casearie e ortofrutticole. “Molte però le criticità – ha sottolineato Bruno Ferraro – a cominciare dalle difficoltà di incontro tra domanda e offerta di manodopera, da migliorare valorizzando gli enti bilaterali, poi la mancanza di sicurezza, che assegna all’agricoltura un triste primato quanto a incidenti mortali e lavoro gravoso, e infine le sacche di concorrenza sleale e lavoro irregolare che ancora oggi colpiscono in modo grave le filiere regionali. Su questo piano – ha aggiunto il sindacalista – dopo la conquista della Legge 199 del 2016 contro il caporalato, fortemente voluta dalla nostra federazione, sono sopraggiunti risultati di rilievo sul lato repressivo, tuttavia resta ancora molto da fare affinché quella normativa possa dare tutti i suoi frutti in termini preventivi”. Tra le vertenze affrontate da Ferraro, quella della forestazione: “Tra risorse dimezzate e blocco del turn over continuiamo a vivere questo comparto come un problema, invece è una risorsa strategica per contrastare il dissesto idrogeologico, prevenire gli incendi, rilanciare le aree interne, una sfida che sembra essere stata colta dall’attuale governo regionale, con il quale va avanti il confronto per costruire soluzioni definitive, garantendo la salvaguardia dell’ambiente, recuperando i ritardi nei pagamenti e tutelando l’occupazione degli addetti sia a tempo determinato che indeterminato. Mentre sui consorzi di bonifica – ha specificato Ferraro – il dissesto economico e finanziario va risolto con una immediata riforma di tutto il sistema: basta con la mortificazione dei lavoratori”.
Al Congresso è intervenuta anche la Segretaria generale della Cisl Campania, Doriana Buonavita, che ha richiamato l’attenzione sulle sfide che il comparto agroalimentare deve affrontare: “Non sono poche, anche a causa della variabilità del prezzo dei beni e della competitività estrema a cui esso è sottoposto. Caporalato, fenomeni di irregolarità e sfruttamento, giovani e occupazione femminile, i lavoratori idraulico forestali, regole nuove sulla natura gravosa dei lavori connessi ad alcuni settori, sostenibilità, valorizzazione e tutela territoriale, per citarne solo alcune. Ecco perché occorre una strategia che punti sulla formazione dei giovani, una buona programmazione dei fondi europei su questo comparto che da solo rappresenta un quarto dell’economia nazionale. La valorizzazione del territorio, la sostenibilità ambientale e sociale dovranno necessariamente far parte della nuova stagione di sviluppo economico. Al momento però – ha aggiunto la sindacalista – siamo preoccupati perché i progetti di attuazione del Pnrr sembrano mancare di una visione, serve una progettazione che tenga conto dell’impatto sull’occupazione, per uscire dall’assistenzialismo e creare lavoro stabile e di qualità”.
Oltre a delegati, operatori e dirigenti, sono intervenuti anche rappresentanti di altre sigle sindacali e delle istituzioni locali e regionali. I lavori si sono conclusi con l’intervento del Segretario generale della Fai Cisl nazionale, Onofrio Rota, che rilanciando la campagna “Non c’è cibo senza terra” ha ricordato i dati impietosi del consumo di suolo agricolo: “In Italia tra cementificazione e pannelli fotovoltaici spariscono 2 metri quadri di suolo al secondo. La Campania – ha detto Rota – detiene il primato di consumo di suolo nel Mezzogiorno, e assieme a Veneto e Lombardia è ai vertici dei dati nazionali, ha un consumo di suolo di oltre 141 mila ettari, vuol dire che è stato consumato più del 10% del territorio. La cosa peggiore è che si tratta soprattutto di suolo consumato nelle aree a tutela paesaggistica, nelle aree protette, nei territori agricoli, in quelli ad alta pericolosità idraulica, un trend continuato anche quando la crescita economica era crollata a causa della pandemia, e che permane nonostante il calo demografico e l’abbandono dei borghi. Continuiamo a consumare suolo rurale eppure continuano a mancare le infrastrutture strategiche; diminuiscono i frutteti, i seminativi, i vigneti, gli oliveti, le aree verdi: cioè quei terreni in grado di darci il cibo, di purificare l’aria, di accogliere le piogge, peraltro sempre più torrenziali. Siamo ben lontani dunque – ha concluso Rota – dall’obiettivo dell’Unione Europea del consumo netto di suolo pari a zero entro il 2050. La sfida per una vera transizione ecologica si vince recuperando l’esistente, riciclando gli scarti, riconvertendo le produzioni, rigenerando i tessuti urbani, e le professionalità agroalimentari e ambientali sono parte determinante di questa sfida”.

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