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Emilia Romagna. Assistenza anziani: a Modena a rischio qualità servizi

Pubblicato il 30 Gen, 2024

Aumentano le rette, diminuisce l’assistenza. È il paradosso che si verifica nelle Case residenza anziani (Cra) del Comune di Modena.

Anche a Modena, infatti, dal 1° febbraio 2024 si applica la delibera regionale che stabilisce un maggior contributo (4,10 euro al giorno in più, quasi 1.500 euro l’anno rispetto all’anno scorso) richiesto alle famiglie di anziani e disabili ospiti delle strutture residenziali accreditate.

Contro questa decisione i sindacati hanno convocato per il 13 febbraio alle 10 un presidio davanti alla sede della Regione Emilia-Romagna a Bologna.

Gli stessi sindacati denunciano che non solo aumentano i costi, ma diminuiscono i minuti assistenziali, cioè il tempo dedicato dagli operatori all’assistenza e cura dell’utente.

«Le due cooperative sociali che gestiscono per il Comune di Modena quattro Cra a copertura del 40% dei posti accreditati sui 700 disponibili, ci hanno confermato che il minutaggio assistenziale previsto per il 2024 è diminuito – afferma Federica Di Napoli (Fp Cgil Modena) – Questo accade perché quest’anno il Comune non finanzia più i minuti assistenziali aggiuntivi rispetto a quelli previsti dall’accreditamento regionale e inseriti nei contratti di servizio. In questo modo è a rischio la qualità dell’assistenza complessiva erogata agli anziani».

«Con lo scoppio della pandemia, gli operatori socio-sanitari hanno risposto all’incremento dei bisogni assistenziali dell’utenza, a fronte però di tempi di cura standardizzati sempre più corti e spesso ulteriormente ridotti dall’attivazione dei piani di emergenza – aggiunge Paola Savigni (Uil Fpl Modena e Reggio) – Tutto ciò sta determinando un carico di lavoro insostenibile che lede anche la salute di questi lavoratori».

Dal canto loro le cooperative denunciano le gravi difficoltà che incontrano nella sostituzione degli operatori assenti, dimessi o pensionati e nell’assunzione di nuovo personale.

«Molti lavoratori si dimettono dalle cooperative sociali a causa delle basse retribuzioni e del lavoro, sempre più pesante sia fisicamente che mentalmente», – spiega Patrice Nana Zemo (Fisascat Cisl Emilia Centrale).

Le organizzazioni sindacali avevano chiesto alla Regione di ricondurre la discussione sulle rette nella definizione dei nuovi criteri di accreditamento.

«Non ci hanno dato ascolto, così che al tema sociale della sostenibilità economica per le famiglie si aggiunge quello della sostenibilità della prestazione lavorativa in termini di carichi di lavoro e qualità della cura per l’utente», concludono i tre sindacalisti nell’invitare i cittadini a partecipare al presidio del 13 febbraio davanti alla Regione.

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