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Emilia Romagna. Sindacati scuola: “Organici insufficienti a Modena per l’anno 2023/2024”

Il prossimo anno scolastico le scuole modenesi avranno organici insufficienti. Per effetto del calo demografico diminuiranno, infatti, i docenti delle scuole del primo ciclo, mentre aumenteranno di poco quelli degli istituti superiori, che registrano una crescita delle iscrizioni.

La denuncia arriva dai sindacati Flc Cgil Modena, Cisl Scuola Emilia Centrale e Uil Scuola Modena dopo l’incontro con l’Ufficio scolastico provinciale

«Ci hanno comunicato dati allarmanti, in linea con quanto accadrà su tutto il territorio regionale – riferiscono i sindacati –
Per la provincia di Modena l’organico per l’anno scolastico 2023/2024 rimane complessivamente invariato, con 7.416 posti a disposizione.

Con questo numero di docenti si dovrà gestire il prossimo anno scolastico nelle scuole di ogni ordine e grado. In pratica avverrà una vera e propria compensazione tra i posti che si perdono nelle scuole dell’infanzia e primaria e quelli che occorrono nella secondaria».

A causa del calo demografico, nelle scuole del primo ciclo si perderanno quattro sezioni alla scuola dell’infanzia (alla quale sono assegnati 813 docenti, undici in meno rispetto a quest’anno), 25 classi alla primaria (2.578 docenti assegnati, 19 in meno rispetto all’anno in corso), sei classi alla secondaria di primo grado, alla quale sono assegnati 1.371 docenti (due in meno rispetto all’anno in corso).

I sindacati prevedono problemi nelle scuole secondarie di secondo grado dove, a fronte di un aumento degli studenti (+323 rispetto all’anno in corso), gli istituti potranno contare su un contingente di 2.654 docenti, cioè appena sette in più rispetto a quelli attualmente in dotazione.

«In pratica l’aumento dei docenti alle superiori è talmente irrisorio da non poter in alcun modo intervenire sul problema cronico del sovraffollamento delle classi – affermano Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola – Con soli sette posti in più verranno create dodici classi “articolate”. Il diritto allo studio dei ragazzi verrà penalizzato da una dotazione organica che obbligherà le scuole ad attingere alle risorse interne eliminando le figure che permettevano tempi di apprendimento più distesi e individualizzati.

Non viene risolto il problema delle cosiddette “classi pollaio” alle superiori, ma nemmeno quello delle primarie che, a fronte di un continuo calo di iscrizioni nelle classi a modulo, garantiscono il tempo pieno. La richiesta di ampliare il tempo scuola non è percorribile se non si garantisce un aumento dei docenti.

La denatalità – sostengono i sindacati – deve essere vista come l’occasione per ridurre il numero di alunni per classi, non diventare un pretesto per tagliare posti in organico.
Ci sembra evidente che la scuola non rappresenta una priorità per questo governo, che agisce con logiche ragionieristiche solo per risparmiare.

Per questo stiamo organizzando in questi giorni una campagna di assemblee in tutte le scuole della provincia finalizzata – concludono Flc Cgil Modena, Cisl Scuola Emilia Centrale e Uil Scuola Modena – a sostenere la mobilitazione unitaria di Cgil Cisl Uil che culminerà nella manifestazione in programma a Bologna il prossimo 6 maggio».

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