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Lombardia. Lanzoni (Cisl): ”Mercato del lavoro nel Milanese. Crescono gli occupati ma solo il 20% dei contratti e’ a tempo indeterminato”

Pubblicato il 28 Nov, 2022

E’ stato presentato oggi il Rapporto sul mercato del lavoro 2022 a cura dell’Osservatorio  della Città metropolitana di Milano. 
I dati relativi al primo semestre 2022 rivelano che l’andamento ha proseguito il trend positivo del 2021. Questo, nonostante i primi contraccolpi economici determinati dall’aumento del costo delle materie prime energetiche e dalle restrizioni nel commercio internazionale a seguito della guerra in Ucraina. Gli avviamenti risultano in crescita, ma aumentano soprattutto i rapporti di lavoro a tempo determinato. Nel primo semestre 2022 ci sono stati 428.529 avviamenti a fronte di 274.587 lavoratori avviati e 64.276 datori di lavoro che hanno effettuato almeno un avviamento. Gli avviamenti a tempo indeterminato rappresentano il 20% del totale, i contratti brevi inferiori a 4 giorni il 25.17% e i restanti contratti il 54.82%.
“Il trend è positivo – osserva Eros Lanzoni, segretario della Cisl di Milano – ma è preoccupante il fatto che di tutti gli avviamenti registrati solo 85.749 sono a tempo indeterminato, ben 107.861 brevi e addirittura 234.919 a tempo determinato. Il lavoro nel milanese c’è ma è frammentato e discontinuo: questo pone un problema per l’oggi, con tante persone che non hanno un reddito stabile, ma anche per il domani, perché queste stesse persone avranno buchi contributivi tali da non garantire loro una sicurezza economica e una vita dignitosa. Occorre trovare il modo per coprire queste falle, altrimenti ci troveremo con un numero elevato di ‘nuovi poveri’ con pensioni da fame”. 
Questi numeri evidenziano quanto il ciclo economico sia stato perturbato dalle restrizioni imposte dalla pandemia. Gli avviamenti risultano legati principalmente al settore turistico e della ristorazione. Quelli brevi, con meno di 4 giorni, sono rapporti di lavoro a tempo determinato o in somministrazione. Si tratta di forme contrattuali impiegate in specifici settori come gli spettacoli e le fiere, mentre un terzo riguarda il lavoro di cura o di servizio presso le famiglie.

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