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Lombardia. Peste suina, Terra Viva: “Entrata negli allevamenti, a rischio filiera che vale oltre dieci miliardi”

Pubblicato il 31 Ago, 2023

La presenza del virus in un allevamento comporta l’abbattimento di tutti i capi, non solo dell’azienda infettata ma anche in quelle presenti nelle zone di restrizione, per questo ribadiamo che prevenire è meglio che curare”.

Lo afferma il Presidente di Terra Viva Lombardia, Giuseppe Fumagalli, in merito all’andamento della peste suina in regione.

“Le strategie finora adottate – aggiunge Fumagalli – hanno dimostrato purtroppo di essere insufficienti: le recinzioni, la nomina di un commissario straordinario, Vincenzo Caputo, gli interventi, pochi e blandi, per ridurre la popolazione di cinghiali dai quali sembra sia partita l’infezione, come in Piemonte e Liguria, o ancora le misure di biosicurezza adottate dagli allevatori, sono necessarie ma non sufficienti per tamponare il rischio che il settore sta correndo, che rimane elevato”.

“Serve lo stop ai mutui delle imprese colpite e va messa in campo una politica di ristori per le aziende in difficoltà – conclude il Presidente dell’associazione regionale dei produttori agricoli della Cisl – e va realizzata ogni misura per salvaguardare il settore, già colpito da altri fattori, con una filiera che, vale la pena ricordarlo, vale oltre dieci miliardi e ha raggiunto in Italia un elevatissimo standard di controllo e sicurezza alimentare. Chiediamo un incontro con l’assessore regionale Alessandro Beduschi per dare il nostro contributo ad un’operazione strategica immediata con cui gestire questa situazione ed evitare il peggio per i nostri allevamenti”.

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