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Puglia. Castellucci (Cisl): “Foggia, ponti da costruire per uno sviluppo reale dei territori”

Pubblicato il 8 Mag, 2024

Dall’iniziativa che si è svolta questa mattina a Manfredonia, con la Cisl Foggia, con la partecipazione del Vice Presidente della Regione Puglia Raffaele Piemontese, sono emerse analisi e proposte concrete con messaggi di fiducia e speranza. E’ un territorio dalle grandi potenzialità e verso il quale, come sindacato partecipativo, la Cisl guarda con grandissima attenzione. 
I dati di queste settimane d’altra parte, descrivono chiaramente un fermento socio-economico positivo che non può e non deve lasciare indifferenti. 
Mentre infatti la crisi demografica impatta sull’economia regionale e nazionale, in questa provincia si registra invece un incremento delle nascite, in controtendenza con tutti gli altri territori pugliesi, passando da 4178 nati nel 2022 a 4224 nati nel 2023. Ma per un vero sviluppo e crescita territoriale occorrono programmazione nei settori strategici e investimenti pubblici e privati. 
Ed è in questo scenario generale che si inquadra però una situazione produttiva, non solo industriale ma anche agricola e dei servizi tutt’altro che stabilizzata e strutturata. 
Bisogna anche puntare su nuove tecnologie, proprio nel foggiano, sono stati finanziati progetti di agricoltura di precisione. 
Aprirsi al mondo della ricerca aiuta a comprendere anche che il mercato del lavoro è in continuo cambiamento. Interessante per questo territorio in particolare, sono i dati relativi al Pil industriale che, rispetto a tutte le altre province pugliesi, tra il 2007 e il 2022, è cresciuto di circa 300 milioni di euro. 
Ed ancora, in riferimento al dato occupazionale nella regione Puglia, il territorio di Foggia si distingue come la seconda provincia in cui si rileva una percentuale positiva degli occupati rispetto al 2019 del +8.7%. 
Rimane in generale in Puglia un problema di occupazione femminile, considerato come i dati del 2023 registrino la presenza di solo il 37,1% delle donne occupate, rispetto al 64,4% degli uomini. 
Questa è una situazione che risulta indispensabile fronteggiare, andando a supportare ogni azione che possa favorire l’incremento di opportunità professionali per le donne, a partire anche dal garantire maggiori servizi alle famiglie, tra cui gli asili nido. 
Sicuramente occorre fare di più per aumentare i salari, rinnovare i contratti, tagliare le tasse anche al ceto medio, rafforzare la battaglia per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, in definitiva, rilanciare concretamente queste aree del Mezzogiorno.

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