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Puglia. Solazzo (Cisl Taranto Brindisi): “Partecipazione e confronto per una sanità ionica nel segno dell’appropriatezza”

Pubblicato il 14 Apr, 2022

“Il messaggio forte e chiaro giunto dal Covid-19 e successive varianti è che i sistemi sanitari  pubblici, quello nazionale ed i regionali, vanno complessivamente rigenerati; e non certo con slogan propagandistici a commento di improbabili elenchi di ospedali e case di comunità da realizzare (sulla base di quale confronto partecipativo non è ancora chiaro!), bensì investendo risolutivamente sulla medicina territoriale”. Lo sottolinea Gianfranco Solazzo, Segretario Generale Cisl Taranto Brindisi in una nota che così prosegue: “Scopo ultimo sarà rimettere al centro di entrambi i sistemi sanitari la persona, che sia quella bisognosa di cure o chi debba impartire quelle cure, recuperando lo spirito originario della L.n. 833/78, che istituì il servizio unico sanitario nazionale, attualmente parcellizzato nel numero stesso delle Regioni, in conseguenza della Riforma del Titolo V.

Ebbene, oggi i Pronto soccorso sono terminali di sfogo di tutte le emergenze  – reputate impropriamente tali, da non pochi cittadini, anche se in codice bianco e verde – finendo per essere proprio essi una delle emergenze su cui intervenire.

 Numerosissime risultano le denunce quotidiane che attestano la carenza di medici, di infermieri, di operatrici ed operatori socio-sanitari, come pure il supplizio di pazienti lasciati in attesa anche per ore e ore e, talvolta, per giornate intere, in attesa di essere presi in carico.

Per non parlare delle lunghe liste di attesa per un esame o una visita  specialistica o, peggio ancora, per un intervento di natura talvolta emergenziale.

Il personale sanitario – eroi del nostro tempo! – ha dovuto farsi carico di tutte le inefficienze di un sistema sanitario pubblico che, anziché ascoltare il loro grido di dolore e quello dei pazienti, ha risposto più in ottica aziendalistica che di appropriatezza organizzativa.

Il PNRR non è, di per sé, sinonimo di risoluzione dei problemi e le risorse finanziarie riservate alla Regione Puglia, circa 650 ML dovranno essere spese per traguardare obiettivi chiari, trasparenti, non prescindendo da una puntuale ricognizione dei bisogni dei territori e passando anche da un confronto partecipato con le Parti sociali.

E’ proprio questa la ratio del “Protocollo per la Partecipazione e il Confronto nell’ambito del PNRR e del Piano Nazionale per gli Investimenti Complementari” sottoscritto il28 dicembre  scorso tra Cisl, Cgil e Uil e la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

I medesimi contenuti sono stati riproposti a livello pugliese e la Regione Puglia risulta essere la prima ad aver sottoscritto lo scorso 8 marzo  con Cisl, Cgil, Uil e ANCI Puglia un Protocollo con scopi analoghi.

 Proprio per questo, continuare a leggere di progetti per realizzare ospedali, case di comunità, Centrale Operativa Territoriale (COT), Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA), medicina territoriale, senza che prima ci sia stato un confronto in merito che chiarisca criteri, obiettivi e percorsi da intraprendere da parte del management delle Asl,  autorizzano a pensare a fughe in avanti che, nei fatti, tradiscono anziché riscontrare le risposte che l’utenza del territorio si aspetta.

Per  fare il punto sull’intera materia, la Cisl insieme con i propri partner confederali e sulla base dei citati Protocolli,  da tempo ha sollecitato incontri mirati alla Asl di Brindisi (22 febbraio u.s.) e a quella di Taranto (24 marzo u.s.).

Non ci soddisfa affatto sapere che il Piano regionale pugliese per le politiche sociali 2022-2024, di recente approvazione, abbia prefigurato le risorse assegnate ai territori e quali ospedali e case di comunità saranno realizzate o adeguate, né quanti posti letto saranno attribuiti sulla base di dati verificati in maniera unilaterale”.

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