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Sardegna. Carta (Cisl reg.le):“Porto Canale, tra lavoratori preoccupati e infrastruttura necessaria. Occorre una forte alleanza e strategia comune su infrastrutture e sviluppo”

Pubblicato il 3 Giu, 2021

“La crisi del Porto Canale, tutt’ora senza prospettiva di risoluzione, alimenta la preoccupazione dei lavoratori e infiamma la protesta” E’ quanto sottolinea il Segretario generale della Cisl Sardegna, Gavino Carta in una nta che così prosegue:

“Diverse iniziative sono state promosse dai lavoratori, anche negli ultimi giorni, per rilanciare la vertenza, alcune anche all’indirizzo della Giunta Regionale e della Presidenza. Regione che in verità non ha giurisdizione sul terminal, come invece ha il Governo Nazionale, per il tramite del Ministero delle infrastrutture e Trasporti e del Ministero dello Sviluppo, ai quali fa riferimento l’Autorità Portuale della Sardegna.

 Occorre altresì riconoscere alla stessa Regione del farsi carico del problema occupazionale, determinatosi a seguito della chiusura della convenzione da parte del concessionario e il successivo licenziamento dei lavoratori, stanziando risorse per interventi di politiche attive e formazione degli addetti e incrementare i trattamenti ordinari (Naspi) degli ammortizzatori sociali, ferma restando la rivendicazione del sindacato in ordine alla costituzione – da parte del governo – di una società del transhipment per il terminal del Porto Canale, la quale società prenda in carico i lavoratori e si occupi della tutela delle professionalità.

Per quanto attiene alle giuste rivendicazioni alla base della protesta, accanto all’interessamento della Regione nel farsi carico del problema, riteniamo indispensabile richiamare la necessità di un forte impegno da parte del Governo che evidenzi un’efficace strategia per rilanciare il terminal del Porto Canale, a partire dagli urgenti interventi di agevolazione fiscale e doganale, sulla logistica connessa alla infrastruttura, sugli investimenti infrastrutturali necessari e sulla decisiva attività di scouting per attrarre nuovi player ai quali affidare la concessione di servizio dell’infrastruttura portuale.

Altrettanto impegno occorre richiamare nei confronti del Governo sul tema di tutte le infrastrutture per lo sviluppo, sulle quali la Sardegna registra fortissimi ritardi: strutture portuali ed aeroportuali e trasporti interni di collegamento su ferro e gomma, reti e transizione energetica, reti di telecomunicazione e digitale, istruzione e formazione, sanità e reti di protezione sociale, etc..

Tutti temi, questi, alla base delle storiche rivendicazioni di sviluppo della Sardegna e fatte oggetto del noto dossier sull’insularità, che rimandano alla necessità di una  forte rivendicazione di istituzioni, parti sociali, organizzazioni di rappresentanza complessivamente, nei confronti del Governo, affinché, anche attraverso il PNRR e l’intero quadro di aiuti Europei e Nazionali, si intervenga nell’immediato per rimuovere i gravi e storici vincoli infrastrutturali alla promozione dello sviluppo e del lavoro in Sardegna. Lo stesso PNRR peraltro, nella sua stesura, non affronta la grave problematica infrastrutturale della Sardegna, ragion per cui è urgente e indispensabile una forte iniziativa affinché il Governo corregga tale impostazione e lo stesso Piano insieme al complesso dei programmi di intervento europei e nazionali prevedano risorse e progettualità in tale direzione.

Al Presidente della Giunta ,pertanto, chiediamo di farsi interprete di questo impegno comune e aprire con urgenza un tavolo di concertazione che includa le parti sociali come soggetti attivi nella definizione delle strategie e delle iniziative da promuovere in direzione del Governo Nazionale e della stessa Unione Europea, per rivendicare interventi, progettualità e risorse coerenti con gli obiettivi di sviluppo e benessere della Sardegna e dei sardi.

La CISL per quanto attiene l’apporto del proprio contributo per tali finalità è pronta a fare la sua parte”.

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