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Sardegna. Farina (FNP Cisl): « Il perdurare  della difficile situazione della sanità sarda richiede iniziative  ancora più energiche da parte del sindacato»

Pubblicato il 6 Nov, 2023

Alberto Farina, segretario generale della FNP Sardegna, non ha dubbi: « Il perdurare  delladifficile situazione della sanità sarda richiede iniziative  ancora più energiche da parte del sindacato». Convinzione  – espressa  anche in altre occasioni – ribadita con forza nel corso degli stati generali della categoria tenuti questa mattina a Iglesias davanti al segretario generale  nazionale dei pensionati Cisl, Emilio Didonè, e al segretario regionale confederale Gavino Carta.Un’assemblea sindacale dei pensionati voluta per fare il punto e aggiornare gli iscritti  sullevertenze nazionali e regionali relative ai problemi degli over 65: quindi su incessante altalena delle regole per il pensionamento, situazione della sanità in Sardegna, legge sulla non autosufficienza, riforma fiscale, pensionati ridotti al ruolo di bancomat cui il governo ricorre tutte le volte che deve far quadrare i conti.

Età del pensionamento – « Siamo alla lotteria delle pensioni  con numeri e quote che variano di anno in anno. E’ arrivato il momento – dice Emilio Didonè – di fare una seria riforma  del sistema pensionistico».

Sanità in Sardegna – «Da tanto, troppo, tempo denunciamo – ribadisce Alberto Farina – che i sardi hanno perso il diritto alla salute, garantito dalla nostra carta costituzionale. Un cittadino su cinque rinuncia a  curarsi a causa delle lunghe  liste d’attesa nella sanità pubblica e  all’impossibilità di pagare le cure presso la sanità privata. Una situazione che ha fatto registrare l’ innalzamento  del tasso di mortalità, in Sardegna più alto che nel resto del Paese. Una tragica congiunzione  fra lunghe liste di attesa e  povertà: 130 mila sardi vivono in stato di grave deprivazione». 

Legge sulla non autosufficienza – La legge di bilancio per il 2024 non prevede alcuna misura economica per cominciare a dare concretezza alla legge di riforma dell’assistenza degli anzianiattesa da anni, per dare risposte reali su invecchiamento della popolazione, non autosufficienza, su come invecchiare con dignità e sul dilagare della solitudine e demenze senili. «Lo Stato – continua Didonè – non può continuare a non vedere più di 10 milioni di persone: stiamo parlando di 3,8 milioni di non autosufficienti, di 1 milione di badanti, di 300 mila operatori del settore e 7 milioni di familiari che quotidianamente assistono i loro cari più fragili».

Riforma fiscale – L’attuale sistema grava per l’85% su lavoratori dipendenti e pensionati. «Gli anziani meritano più rispetto e più considerazione. Solo negli ultimi 10 anni  – dice Didonè – i blocchi della perequazione hanno portato a un abbattimento del potere d’ acquisto di più del 30%, senza contare l’aumento del carrello della spesa e dei consumi energetici».

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