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Veneto. Professioni del futuro. Cisl Padova Rovigo: “Serve programmazione a partire dal territorio”

E’ iniziato con un minuto di silenzio in memoria di Giulia Cecchettin il consiglio generale della Cisl Padova Rovigo dedicato alle professioni del futuro, svoltosi oggi al Net Tower di Padova. L’impegno del sindacato contro ogni forma di discriminazione, anche nei posti di lavoro, è stato ricordato dal segretario generale Samuel Scavazzin nella sua relazione introduttiva: «Una battaglia che possiamo vincere solo se la combatteremo tutti insieme, sindacato, istituzioni e associazioni, contro ogni stereotipo e ogni forma di discriminazione, per affermare la cultura del rispetto. Un cambiamento culturale che coinvolge la scuola, la famiglia, il mondo del lavoro e l’ambito sociale». A proposito dei cambiamenti nel mondo del lavoro, Scavazzin ha ricordato i vantaggi che l’intelligenza artificiale potrà portare in campo medico, aggiungendo che «la carenza di medici, di infermieri, di oss e di tecnici di laboratorio di cui soffrono le nostre strutture ospedaliere non sarà mai risolta affidandosi alla tecnologia. Servono invece investimenti, nella sanità come in tutta la pubblica amministrazione, per rendere i servizi più rapidi ed efficienti e per non disperdere le professionalità acquisite, penalizzate da anni di tagli e di blocco dei rinnovi contrattuali, e per incrementare le loro competenze». A proposito dell’intelligenza artificiale, ha aggiunto: «Si calcola che farebbe risparmiare ai lavoratori dal 60 al 70% del tempo. Questo risparmio si traduce anche in maggiore produttività. Il valore aggiunto, a parità di ore lavorative, in Italia, è stato quantificato in 312 miliardi di euro, pari, per fare un raffronto, al Pil della Lombardia o a 1,6 volte il Pnrr. È compito del sindacato fare in modo che questo risparmio porti ad un’organizzazione del lavoro meno pesante e rutinaria, più qualificata e continuativa. Va considerata una sempre minore corrispondenza tra tempo di lavoro e orario di lavoro, esigenza emersa anche in relazione allo smart working». Il tema, secondo Scavazzin, va esaminato anche in un’ottica di prospettiva tenendo conto anche dell’invecchiamento della popolazione: «Viviamo nel Paese più vecchio d’Europa: gli over65 rappresentano il 23,5% della popolazione, e si prevede che~entro il 2050 saranno un terzo. Il calo della popolazione potrebbe generare una perdita pari a un terzo del Pil. Si calcola che nel 2033 il numero dei pensionati supererà quello degli occupati, con un impatto drammatico sul sistema del welfare, sulla spesa sanitaria e sul debito pubblico. Per mantenere i tassi di crescita previsti dal Mef, la produttività in Italia dovrebbe almeno raddoppiare e per fare questo il ricorso all’intelligenza artificiale diventa inevitabile». L’aumento delle nascite, ha concluso Scavazzin, «va di pari passo con la creazione di lavoro stabile, dignitoso, sicuro, ben contrattualizzato, che apra delle prospettive di crescita umana e professionale, che permetta a uomini e donne di dedicare il giusto tempo alla famiglia e di guardare al futuro con fiducia. Per la Cisl, lo strumento più efficace per ottenere tutto questo è la contrattazione, nelle aziende, con le associazioni di categoria e con i nostri interlocutori istituzionali».


Interlocutori che hanno animato la tavola rotonda.

Il sen. Antonio De Poli ha messo l’accento sull’importanza del confronto, anche il relazione alla piaga del femminicidio. «Il confronto è fondamentale per abbattere le barriere e per cambiare la cultura. Le relazioni personali sono determinanti e la Cisl è sempre stata un interlocutore propositivo. Approvo la vostra proposta di legge di iniziativa popolare per la partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese che ho firmato». Per quanto riguarda l’autonomia differenziata, per De Poli «è sicuramente una grande opportunità in quanto vuol dire dare maggiore responsabilità alle Regioni più virtuose. Quindi, meno sprechi, più efficienza e soprattutto più servizi per i cittadini. Le nuove tecnologie sono fondamentali per modernizzare il lavoro e l’impresa, ma anche per rendere più efficiente la Pubblica amministrazione. Questa è la grande sfida che deve partire dal dialogo e dal processo di scambio di informazioni tra le Pubbliche amministrazioni, i cittadini e le imprese».

Anche il presidente della Camera di Commercio Antonio Santocono ha sottolineato la collaborazione positiva con la Cisl sul territorio. Citando dati Excelsior, ha osservato: «Solo nel Veneto ci sarà bisogno di 22mila persone da assumere. E’ previsto che il 30% venga assunto a tempo indeterminato, ma la maggioranza delle imprese sono convinte che non riusciranno a ricoprire questi incarichi e molte prevedono di diminuire la produzione. E questo è un rischio molto grave. C’è anche un problema degli stipendi al quale le imprese dovranno fare fronte. Un altro aspetto in cui siamo impegnati è quello dell’integrazione dei lavoratori stranieri, che deve partire proprio dal lavoro per arrivare a tutti gli aspetti della convivenza. Stiamo cercando di agevolare il passaggio da un’economia a vocazione industriale a quella a vocazione innovativa. Questo è il motivo per cui la provincia di Padova è all’ottavo posto per numero di start up in Italia e per cui stiamo creando una filiera dell’innovazione a Padova Est».


Una delle ragioni principali del cambiamento sarà il calo demografico. Secondo dati della Fondazione Corazzin, in Veneto tra dieci anni ci saranno 250mila persone in meno in età attiva. Lo ha ricordato il segretario generale della Cisl del Veneto Gianfranco Refosco: «Vuol dire che ci sarà una metamorfosi nel nostro sistema economico. Il problema per imprese e pubbliche amministrazioni non sarà tanto quello di trovare personale con le adeguate competenze, ma di trovare un numero sufficiente di persone disponibili al lavoro. Una delle conseguenze sarà la messa a rischio della tenuta del sistema di welfare. La priorità strategica della Regione Veneto pertanto dev’essere, da subito, quella di attrarre energie, talenti, competenze e professionalità da altre regioni e da altri paesi. Per farlo serve un sistema di servizi che funzioni, a partire dal trasporto pubblico e dal sistema della casa, che soffrono invece la carenza di risorse. Sono tematiche sulle quali dovremo impegnarci anche a livello comunale e territoriale. Va anche alzato il tasso di occupazione. Stiamo lavorando su tre questioni: la prima è aumentare e qualificare il lavoro femminile, che passa anche dal rafforzamento della contrattazione su conciliazione vita-lavoro e dalla riqualificazione. La seconda questione è il lavoro dei giovani, e la terza è l’accompagnamento al lavoro delle persone che sono rimaste escluse o ai margini perché sono scoraggiate o intrappolate in lavori precari o salutari e che devono essere accompagnati dall’attività contrattuale. Il compito del sindacato è di indirizzare le risorse regionali ed europee su questi obiettivi, e anche di rafforzare la nostra capacità di contrattazione su questi temi».


Il segretario confederale della Cisl Ignazio Ganga ha concluso inserendo questi grandi temi nello scenario nazionale: «La rimodulazione del Pnrr – ha detto – è molto orientata sui temi della riflessione odierna. Ci sono tutta una serie di sfide sulle quali le risorse andranno incrementate, come l’intelligenza artificiale e le competenze energetiche, dove la sfida è quella di preparare le persone. In questo scenario siamo chiamati a svolgere un ruolo fondamentale». Ganga ha descritto lo scenario economico in cui è nata la legge di bilancio. «Una legge che ha le sue debolezze. Tutta la partita della detassazione del secondo livello dei benefit è frutto di un lavoro quotidiano certosino della nostra Organizzazione. Ma restano ancora delle ombre. Per quanto riguarda le pensioni, occorre andare verso un sistema più equo con maggiore flessibilità di accesso, a partire dalle esigenze dei giovani e delle donne. Siamo in un cambio di struttura economica e sociale di tutto l’Occidente, portato dalla guerra in Ucraina e poi in Palestina. A questo va aggiunto l’inverno demografico. In tutto questo la visione della Cisl è riposizionarsi a cardine del meccanismo redistributivo. Rimettere il lavoro al centro di un meccanismo della redistribuzione della ricchezza è fondamentale e lo strumento per farlo è la partecipazione. Il secolo che si è caratterizzato attraverso la parola stabilità non c’è più. La parola che caratterizza questo è flessibilità. Ma questo non dev’essere tradotto in precarietà. Queste sono le cose da mettere nel patto sociale. Lavoro buono tutelato, anche per giovani e donne, coniugare l’utilizzo delle risorse con le difesa dell’ambiente, favorire un fisco più amico dei lavoratori e detassare la contrattazione. Questo è il momento di far ripartire l’Italia, non di sfasciarla. Siamo consapevoli che nelle stagioni difficili serva responsabilità».

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